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La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia

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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 78<br />

si impadronisce dei registri gravi <strong>del</strong>l’orchestra è sormontato<br />

dal penetrante timbro <strong>di</strong> legni e ottoni, uniti in brevi figurazioni<br />

<strong>di</strong> seconde <strong>di</strong>scendenti (che portano l’eloquente prescrizione<br />

stridente: le trombe levano la sor<strong>di</strong>na cinque battute prima <strong>di</strong><br />

79): dopo un angoscioso momento <strong>di</strong> parità, Rance mostra con<br />

aggressiva sicurezza un gioco dal punteggio altissimo («Tre<br />

re!», una dopo 78), mentre Minnie, gettando un’occhiata al<br />

proprio, fa l’atto <strong>di</strong> svenire.<br />

<strong>La</strong> mise en scène mette in rilievo la frenesia che anima i<br />

momenti che seguono: la ragazza invoca l’aiuto <strong>del</strong> rivale<br />

(«Presto Jack, per pietà!..» [due dopo 78]), e l’atmosfera viene<br />

spinta al limite <strong>del</strong> parossismo dall’ossessivo rullo dei timpani,<br />

in costante crescendo. Approfittando <strong>del</strong>la <strong>di</strong>strazione <strong>del</strong>lo<br />

sceriffo, intento a cercare un bicchiere per versarle l’acqua,<br />

Minnie sostituisce le proprie carte con quelle nascoste sotto la<br />

gonna. Dopo un lungo sorso, la ragazza, rinfrancatasi, si alza<br />

enfaticamente in pie<strong>di</strong>: essa svela con impeto il proprio gioco,<br />

esclamando «triomphante», sul tremolo <strong>di</strong> violoncelli e<br />

contrabbassi, doppiati dal rullo dei timpani, «Ho vinto io! Tre<br />

assi e un paio».<br />

Nel teso silenzio, che dura lo spazio <strong>di</strong> un respiro, Rance<br />

replica freddamente «Buona notte», <strong>di</strong>leguandosi. <strong>La</strong> sonorità<br />

esplode improvvisamente quando l’orchestra scan<strong>di</strong>sce, con<br />

poderosa gravità, il tema <strong>del</strong> ferimento, marcato dai sor<strong>di</strong> colpi<br />

<strong>del</strong>la grancassa [79]; il riso nervoso, convulso, <strong>di</strong> Minnie si<br />

scioglie in un pianto quasi isterico, mentre, abbandonandosi,<br />

ripete ossessivamente «È mio, è mio!», abbracciando Johnson<br />

«avec frénésie»; l’arpa percorre fulmineamente la gamma in<br />

amplissimi, scivolati glissés, finché tutti gli strumenti si fissano<br />

sull’accordo finale <strong>di</strong> Mi bemolle minore. Esso viene ribattuto<br />

più volte dai possenti rintocchi <strong>del</strong>le percussioni, per poi<br />

arrestarsi bruscamente sul primo tempo <strong>del</strong>la battuta finale; il<br />

sipario, si legge nella mise, cala rapidamente. 83<br />

83 <strong>La</strong> prescrizione <strong>di</strong> abbassare velocemente la tela, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto<br />

accadeva nel finale <strong>del</strong>l’atto precedente, riflette la <strong>di</strong>versa situazione musicale<br />

e drammatica <strong>del</strong>le due scene; se, infatti, il primo atto si chiudeva in una<br />

rarefatta atmosfera, dai timbri evanescenti, il secondo, come si è visto, termina<br />

dopo un fulmineo coup de théâtre, che lascia senza fiato. Il repentino silenzio<br />

<strong>del</strong>l’orchestra dopo l’ultimo, fragoroso accordo, non può non rispecchiarsi

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