La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia
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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 90<br />
L’ultimo tempo <strong>del</strong> finale, che ne rappresenta la ‘Coda’<br />
(IV: LENTAMENTE [44]), si apre sulle parole <strong>di</strong> Sonora, che, dopo<br />
aver sciolto Johnson dal laccio, lo riconsegna a Minnie («In<br />
nome <strong>di</strong> tutti, io te lo dono»); la mise en scène descrive il<br />
commovente gesto <strong>del</strong>l'ex-fuorilegge, che, caduto in ginocchio,<br />
bacia l’orlo <strong>del</strong>la veste <strong>di</strong> Minnie, la quale, a sua volta, gli pone<br />
una mano sulla testa, come bene<strong>di</strong>cendolo. <strong>La</strong> sonorità che fa<br />
da sfondo al momento è sfumata ed espressiva, dominata dalla<br />
calda sonorità <strong>degli</strong> archi su cui l'arpa <strong>di</strong>segna <strong>del</strong>icati arpeggi:<br />
la melo<strong>di</strong>a <strong>del</strong> valzer ed una reminiscenza <strong>del</strong> duetto fra Minnie<br />
e Johnson intrecciano la felice conclusione <strong>del</strong>la vicenda alla<br />
forza <strong>del</strong>l'amore fra i due protagonisti, la vera origine <strong>del</strong><br />
cambiamento avvenuto nel ban<strong>di</strong>to.<br />
Il momento <strong>del</strong>l'ad<strong>di</strong>o dei due protagonisti, che si<br />
incamminano verso la loro nuova vita, costituisce uno dei<br />
momenti più toccanti <strong>di</strong> tutta l’opera. Johnson, commosso,<br />
stringe le mani dei minatori («Grazie, fratelli» [tre dopo 44]),<br />
mentre Minnie abbraccia Sonora e saluta, fra sorrisi e lacrime,<br />
il resto <strong>del</strong> gruppo. <strong>La</strong> mise en scène non manca <strong>di</strong> puntare per<br />
un attimo i riflettori sulla figura <strong>di</strong> Rance: pallido, torvo, con<br />
«le coeur ulcéré», lo sceriffo – che per tutta la durata <strong>del</strong><br />
concertato è rimasto seduto, in <strong>di</strong>sparte, su <strong>di</strong> un tronco<br />
d’albero abbattuto – si allontana lentamente ed esce <strong>di</strong> scena<br />
dalla quinta <strong>di</strong> sinistra, «sur la prémière mesure page 332»,<br />
appena prima che Minnie e Johnson si abbraccino.<br />
Il gesto scenico <strong>del</strong> suo silenzioso <strong>di</strong>leguarsi trova<br />
riscontro nella totale assenza, in partitura, <strong>di</strong> qualunque motivo<br />
legato al suo personaggio: egli non ha più nulla da spartire con<br />
il gruppo dei minatori, né mostra segno alcuno <strong>di</strong> turbamento o<br />
commozione. Soltanto lo sguardo accigliato ne tra<strong>di</strong>sce il cupo<br />
risentimento: egli è l’unico a non aver perdonato.<br />
Mentre i minatori intonano mestamente il tema d'inizio<br />
<strong>del</strong>la «canzone <strong>del</strong>la nostalgia», Minnie e Johnson, dopo aver<br />
dato l’ad<strong>di</strong>o, con accenti <strong>di</strong> dolce malinconia, alla propria terra<br />
(«Ad<strong>di</strong>o, mia California» [sei dopo 44]), si allontanano,<br />
continuando ad abbracciarsi; la melo<strong>di</strong>a che accompagna il loro<br />
ultimo saluto riprende il motivo sul quale Johnson aveva<br />
giurato alla ragazza, nel secondo atto, <strong>di</strong> non lasciarla più. Una