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La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia

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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 98<br />

ancora ‘riveduta e corretta’ da Puccini con il concorso <strong>del</strong><br />

régisseur Albert Carré) offre una serie <strong>di</strong> testimonianze <strong>del</strong>la<br />

crisi, professionale e personale, che gettò un’ombra sulla<br />

creatività <strong>di</strong> Puccini, e mostra, nel contempo, l’attenzione<br />

costantemente rivolta dal compositore nei confronti <strong>del</strong>le<br />

nuove prospettive <strong>del</strong> teatro musicale europeo.<br />

<strong>La</strong> mise en scène costituisce uno <strong>degli</strong> aspetti fondamentali<br />

<strong>del</strong>la ricerca pucciniana. Si è già brevemente accennato<br />

<strong>del</strong>l’interesse manifestato da Puccini nei confronti <strong>del</strong> regista<br />

austriaco Max Reinhardt, espresso a Luigi Illica nei seguenti<br />

termini:<br />

<strong>La</strong> mise en scène ha un’importanza speciale se si tentano nuove<br />

vie. Io ho visto alcuni spettacoli <strong>di</strong> Reinhardt e sono rimasto<br />

conquiso dalla semplicità e efficacia <strong>degli</strong> effetti. Con un soggetto<br />

anche non nuovissimo [...] si arriva a farlo sembrare originale coi<br />

nuovi mezzi scenici. 95<br />

Emerge chiaramente, dalle parole <strong>di</strong> Puccini, la<br />

consapevolezza <strong>del</strong>la necessità <strong>di</strong> un profondo rinnovamento,<br />

che passasse, però, non attraverso la scelta <strong>del</strong> soggetto, quanto<br />

piuttosto per un necessario proiettarsi verso nuove prospettive<br />

tecniche ed interpretative. Prospettive che, all’epoca <strong>del</strong>la<br />

stesura <strong>del</strong>la lettera sopracitata (1912) si stavano facendo strada<br />

nei teatri europei, grazie all’operato <strong>di</strong> registi e drammaturghi<br />

che avrebbero impresso una svolta decisiva alle modalità <strong>di</strong><br />

allestimento <strong>degli</strong> spettacoli.<br />

Puccini, comunque, manifestò la propria insod<strong>di</strong>sfazione<br />

nei confronti <strong>del</strong>la situazione teatrale contemporanea fin dal<br />

1907, anno in cui scriveva a Giulio Ricor<strong>di</strong>:<br />

lo spirito è ribelle e si affatica per la solita eterna ricerca;<br />

leggo, penso, scrivo a Gorki, alla Serao, a Belasco.<br />

D’Annunzio mi si offre ancora e da lui ricevo stamane una<br />

lettera [...]. Ricevo giornalmente schemi e libretti, tutta roba da<br />

95 Lettera a Luigi Illica <strong>del</strong>l’ottobre 1912, in Carteggi pucciniani, cit., n. 606,<br />

p.404.

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