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La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia

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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 8<br />

de l’exactitude historique que du pittoresque». 12 Facevano parte<br />

<strong>di</strong> questo gruppo <strong>di</strong> collaboratori, oltre al <strong>di</strong>recteur du théâtre<br />

stesso, l’architetto Garnier, l’archivista <strong>del</strong>l’Opéra Nuitter, il<br />

régisseur général Mayer ed il <strong>di</strong>recteur général des études<br />

dramatiques Régnier. Quest’ultimo ricopriva, <strong>di</strong>etro iniziativa<br />

<strong>di</strong> Vaucorbeil, un ruolo totalmente nuovo per il teatro <strong>del</strong>la<br />

capitale francese: si occupava infatti <strong>degli</strong> acteurs, curandone<br />

entrate, uscite, movimenti scenici, <strong>di</strong>rigendoli, insomma, nel<br />

loro jeu de scène. Come si può notare, a ciascuno dei membri<br />

<strong>del</strong> Comitato competeva un <strong>di</strong>verso ambito nel contesto<br />

generale <strong>del</strong>la mise en scène, mostrando un intelligente piano<br />

comprendente una precisa <strong>di</strong>visione dei compiti e, nel<br />

contempo, una necessaria e feconda complementarietà <strong>degli</strong><br />

stessi.<br />

D’altro canto, nonostante l’eterogeneità dei ruoli e <strong>del</strong>le<br />

competenze affidate alla figura <strong>del</strong> régisseur nel variopinto<br />

universo <strong>del</strong> teatro francese <strong>del</strong>l’Ottocento, è possibile<br />

in<strong>di</strong>viduare un aspetto relativamente costante <strong>del</strong>la sua attività.<br />

Si tratta <strong>del</strong>la funzione <strong>di</strong> controllo e supervisione finale<br />

<strong>del</strong>l’esecuzione <strong>di</strong> uno spettacolo, <strong>di</strong> vitale importanza non<br />

soltanto per la riuscita ed il successo <strong>di</strong> un’opera in cartellone,<br />

ma anche e soprattutto per la sua co<strong>di</strong>ficazione (oppure, nel<br />

caso in cui si tratti <strong>di</strong> un lavoro già entrato a far parte <strong>del</strong><br />

repertorio, per la sua realizzazione «conforme») . Questo<br />

portò alla compilazione dei livrets scéniques <strong>di</strong> cui si è scritto<br />

all’inizio, inoltre, proprio la competenza e l’assoluta<br />

padronanza <strong>del</strong>la mise en scène – che derivavano ai régisseurs<br />

12 Ibid. Aspetti apparentemente <strong>di</strong>vergenti, ma in realtà coesistenti nella<br />

scenografia <strong>di</strong> epoca romantica: i decoratori si impegnano, infatti, ad evocare<br />

fe<strong>del</strong>mente luoghi ed atmosfere <strong>di</strong> epoche passate (con una spiccata<br />

pre<strong>di</strong>lezione per il Me<strong>di</strong>o Evo nei suoi tratti più marcatamente «gotici» e<br />

fiabeschi) utilizzando documenti storici e copiando da opere antiche, cercando<br />

<strong>di</strong> riprodurre fin nei minimi dettagli un vestito od un elemento architettonico<br />

conforme al gusto <strong>del</strong>l’epoca (non senza incorrere, a volte, in «falsi» o vistosi<br />

errori). Nello stesso tempo, si fa strada un gusto per l’esotismo, per tutto ciò che<br />

è «fantastique» e «merveilleux»: l’armonizzazione dei due elementi, quello<br />

storico e quello pittoresco, appunto, è la chiave per ottenere l’illusione <strong>di</strong> essere<br />

trasportati in un’altra <strong>di</strong>mensione ricercata da molte rappresentazioni in età<br />

romantica.

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