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La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia

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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 17<br />

operazioni erano, <strong>di</strong> norma, affidate al «maestro concertatore»<br />

(altresì denominato «maestro al cembalo») ed al <strong>di</strong>rettore<br />

d’orchestra; il primo si occupava <strong>del</strong>le prove, al pianoforte,<br />

<strong>degli</strong> interpreti vocali, curandone principalmente recitativi e<br />

pezzi concertati, e doveva sottostare al secondo quando questi<br />

assumeva la guida <strong>del</strong>l’intero spettacolo, al momento, cioè,<br />

<strong>del</strong>le prove con l’orchestra. Preve<strong>di</strong>bile il sopraggiungere <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ssi<strong>di</strong> tra le due figure, soprattutto quando<br />

subor<strong>di</strong>nando le sue antiche strutture formali all’esigenza <strong>di</strong><br />

esprimere l’accadere scenico, l’opera italiana rese <strong>di</strong> fatto<br />

ridondante e scarsamente funzionale il precedente sistema<br />

esecutivo, che […] presupponeva la separazione e la <strong>di</strong>fferente<br />

qualità spettacolare dei recitativi, dei pezzi concertati e <strong>del</strong>le<br />

arie. 25<br />

Tutto ciò, unito ad una mutata sensibilità nei confronti<br />

<strong>del</strong>la <strong>di</strong>rezione operistica, portò alla creazione <strong>di</strong> un’unica<br />

autorità che riunisse in sé le due cariche ormai superate:<br />

nacque, così, il <strong>di</strong>rettore-interprete, capace <strong>di</strong> esercitare un<br />

controllo costante e qualificato sull’allestimento. Il primo a<br />

ricoprire questo ruolo fu Angelo Mariani, che «sintetizzò la<br />

concertazione drammatica e quella musicale in una sola<br />

operazione». 26 Lo seguirono molti altri maestri, che seppero<br />

esercitare con competenza un tipo <strong>di</strong> «<strong>di</strong>rezione» <strong>di</strong> taglio<br />

moderno. Un nome su tutti: Arturo Toscanini, che <strong>di</strong>mostrò<br />

perizia ed intuizione nel creare spettacoli dove drammaturgia e<br />

musica convergessero in un unico, interessante <strong>di</strong>segno; come<br />

vedremo, la sua collaborazione con Puccini fu intelligente e<br />

proficua.<br />

Come si è detto, l’opera ampliò i propri orizzonti grazie al<br />

contributo <strong>del</strong>la regia teatrale <strong>di</strong> prosa e <strong>del</strong>le sue<br />

sperimentazioni. Sarebbe problematico quantificarne e,<br />

soprattutto, <strong>di</strong>stinguerne con certezza gli apporti e gli influssi;<br />

è, tuttavia, possibile in<strong>di</strong>viduare alcune linee-guida che<br />

permettano <strong>di</strong> tentare un’interpretazione <strong>del</strong>le nuove<br />

prospettive <strong>del</strong>la mise en scène, fissando lo sguardo, in<br />

25 GUCCINI. Direzione scenica e regia, cit., pp. 151-152.<br />

26 Ibid., pp.152-153.

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