La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia
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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 45<br />
frattempo, avvenuto fra i giocatori. <strong>La</strong> prima mano è stata<br />
persa da Bello; ora è il turno <strong>di</strong> Happy, che punta la propria<br />
posta mentre l’orchestra scan<strong>di</strong>sce l’ormai caratteristico «tema<br />
<strong>del</strong> gioco» [cinque prima <strong>di</strong> 15]. Sid gira le carte: egli mostra,<br />
ovviamente, un gioco vincente, incassando la puntata <strong>di</strong> Happy<br />
e, quin<strong>di</strong>, quella <strong>di</strong> Trin, che lascia sconsolato il suo posto dopo<br />
aver perso tutto. <strong>La</strong> tensione, accentuata dai commenti dei<br />
ragazzi, è palpabile, anche in virtù <strong>del</strong>la comparsa <strong>di</strong> un<br />
ostinato <strong>di</strong> crome puntate affidato a fagotto, viola e violoncello;<br />
esso si snoda quasi come una latente minaccia, punteggiato, qua<br />
e là, dalle pennellate <strong>di</strong> flauto solo e violino, in cui rispunta la<br />
testa <strong>del</strong> «tema <strong>del</strong> gioco».<br />
Tutti questi accorgimenti danno prova <strong>del</strong>la capacità <strong>di</strong><br />
Puccini <strong>di</strong> far convergere gli elementi visivi e musicali <strong>del</strong><br />
dramma, mettendo in atto strategie sceniche e sonore che<br />
rendono estremamente fluido il susseguirsi <strong>del</strong>l’azione;<br />
emergono, inoltre, gli accorgimenti utilizzati nel trattamento<br />
<strong>degli</strong> episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> genere, all’interno dei quali non vengono<br />
tralasciati i particolari. Il riferimento corre, ovviamente, ai<br />
momenti <strong>del</strong> gioco <strong>di</strong> cui si è appena parlato: la centralità <strong>del</strong>la<br />
scena viene, infatti, messa in risalto attraverso la connotazione<br />
musicale e l’affollarsi dei personaggi – più volte sottolineato<br />
nella mise – attorno al perno visivo, costituito dal tavolo <strong>del</strong><br />
‘Faraone’.<br />
Non si tratta, però, unicamente <strong>di</strong> questo: la partita che ha<br />
luogo sul palcoscenico è una vera partita, che si svolge secondo<br />
le regole <strong>del</strong> gioco, in voga all’epoca in cui la vicenda è<br />
ambientata. Il Faraone prevede, infatti, la presenza <strong>di</strong> un unico<br />
‘banchiere’ o ‘tagliatore’ (nel nostro caso, Sid) a fronte <strong>di</strong> un<br />
numero variabile <strong>di</strong> giocatori; le puntate si effettuano su <strong>di</strong> una<br />
sola <strong>del</strong>le carte – scoperte – <strong>di</strong> cui ognuno <strong>di</strong>spone, come<br />
ve<strong>di</strong>amo fare dai ragazzi; la vincita <strong>di</strong>pende dal punteggio <strong>del</strong>le<br />
due carte che il ‘banchiere’ alza a fine gioco, un’azione che Sid<br />
non manca <strong>di</strong> compiere non appena tutti i minatori hanno<br />
scommesso la propria posta.<br />
L’attenzione riservata alla riproduzione <strong>del</strong>l’esatto<br />
meccanismo <strong>del</strong> gioco è un’ulteriore conferma <strong>del</strong> fatto che, dal