1 - JScholarship - Johns Hopkins University

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Ch'ha'pien potere di creare, e fare
A cui subbif'lle son lulte potenze -
Come distendi la tua potestade,
Ch' é cosi grande sì sublime , et alta
Inver di me si minoma creata :
Che par che tuli' I desiderj tuoi
Sien contro me rivolti a darmi pena,
Doglia , e martir , e tormenti, et angoscia.
Che non mi da'tu la morte finale,
E sia con quanta più pena ti piace ,
Et Io la prenderò con dlsidero,
Che po'che m'hai tolto il Signor mio;
Le cui virtù lumlnavan la terra ,
E eh' era tutto mio bene , e mio conforto ,
Non veggio mai, né curo di vedere ;
Donde allegrezza, o speranza mi vengna.
Così m'aveslù il giorno del dolore.
Che tu spegnesti lui tolta di terra ,
Perché mei desti, tu Signor mio, tale;
Perchè sì grazioso , e sì cortese ?
Perchè sì valoroso, e pien di buono ?
S'el mi dovevi così tosto torre?
Ahi ! vita mia come sei disperata ,
Abbandonata da ciò che ben sente,
Nemica di salute , e di riparo.
Ahi ! Signor mio , dove son le tue membra ,
Dove la tua bellezza, e la bontate ,
I)ove la valorìa, che menar suoli,