1 - JScholarship - Johns Hopkins University

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6o della Crusca nell'Albertano molte volte figliuole, ed in M, Gino troviamo parimente nel MS. Strozzi , Dicendo figliuole avresti a la mente . Il qual verso in un testo Vatic. è nell' istessa maniera , ma qui si cita sotto nome di Arriguccio . 'L' ER BE TTE , SON TRE LETTERE , cioè B. B. T. di qui sentesi qual pronuncia usasse il nostro autore , dicendosi oggi da' Fiorentini Abbici ; dove il nostro direbbe Abbe- ce , tale facevano i Latini Abbecedavius presso Girolamo , Agostino , ed altri ; de' Provenzali , Gadenet . Tves letvas del Abece Apvendes plus nous deman A. M. T. Car aitan volon div com am te . Scherzo appreso da Plauto nel Mercat; Hodiem ire in lu- dum occcepi litterarium , Lysimache , tevnas scio jam . Lysim. quas tevnas ? De u. m o . Ly. Tare' capite cono amas senex nequissime ? LETROSO : il MS. 3. legge lerroso ; il Latino ha capito- sus ; se si potesse , avrei riposto leiioso ; ma la fede del MS. vieta eziandio il congetturare. Lazioso si trova eh' ha usato il Sicolo assai volte , senza potersi rinvenire il si gnificato . Ne' Saggi del Montagna lettre ferii «iguifica in Guascogna uomo fantastico , e bizzarro . LEVADO ; il Re Roberto in altra parola , Ma conoscenza tiene uomo onovado £ fallo su montar di grado in gvado . LEVAR IL GRIFO ; Dante Inf. 3i. Pevò ti china , e non torcer lo grifo . LEVAR LE MANI BESTEMMIANDO , empietà espressa da Dante Inf. 27. in quel dannata , Le mani alzò con amendue le fiche , Dicendo : togli Dio, eh' a te le squadro • Così il Petrarca , dinotando un cotal' atto disse . Hor tolga il mondo tristo, che 'l sostene.
LlEVO : Far lievo , levar di tavola . 6t LIMA . Vale a dire dì che qualità sono gì' uomini , Di che quadra son lima . LIRA , per grado ; il nostro nel Latino Sede in grada , qui tibi competit , secondo ^fonio Lira est fossa veda , quae contro agros tuendos ducitur , Si in quam uligo terree decurrit Varrone e' insegna come si faceva lib. 2. de Rast. t. 29. Tertio cum arant jacto semine boves tirare di cuntur : idest cum tabellis additis ad vomerem semel, & satum frumintum operiuni in porcis , Si sidcant fos- sas , quo pluvia aqua delabotur . Carisio . Lira aratri ductus, lib. 1. Inst. Gram, e Vello Lungo , lira sulcus , come egli asserisce , e insegna Varrone . LIVRO libro , come parimente disse il Sicolo presso il Co locci . LODRETTI ; una sorte di vivanda che si conserva , il La tino di questo autore ha pur Lodrettos . LONGIAMENTE ; Dante da Majano . Rimembrivi horamai del grave ardore , Che longiamente per voi , bella , amare M' ha si conquiso . LONGO lungo tempo Vedi Lungo . LONGO lungo , così di sopra longamente ; Tes. Ser. Brun. Esser savio in prudenza si vole avere per longo cono scimento di molte cose particolari , le quali non si pos sono avere se non per longo tempo. LONTANE OVRE , cioè lunghe opere , perchè lontano im porta lungo ; Ser Brun. Or. per M. M. Questo presente giorno , signori Senatori , ho posto fine al mio lontano tacere , e Dante nel medesimo senso Inf. 2. E durerà quanto il moto lontana. LOQUEA Voce Dante Inf. Cani. X. dice : La tua loquela ti fa manifesto , In un testo antichissima nondimeno da me
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A' (il
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DEL REGGIMENTO E DE' COSTUMI DELLE
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A VITTORIA COLONNA PRINCIPESSA BARB
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luminosa risplende , e che fortunat
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pKcarvi mi srdisco , che con k gran
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Il pò , in cui oppressa Italia gla
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IV com' era dovere si fossero a tan
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VI che in que' scritti s'incontra,
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vili ta di Codici, e Libri Italiani
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X no di conlrsrio avviso perciocch
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Xni VITA DI MESSER FRANCESCO BARBER
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i si antivede la sicurezza de'frutt
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xvn ie s" invogliarono gli uomini d
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XIX dobrandino , o Aldobrandino Arc
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XXì Monte Cardinale , si spedirono
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xxiii tozzo Guadagni alli 8. di Ago
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XXV ta , ripullulato V amore delV a
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XXV li suo fine , tal conforto sola
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XXIX Né ciò è senza dimostrazion
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XXXI sua novella, e che non iscriss
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xxxni geminato, com' ora in questa
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DEL REGGIMENTO E DE' COSTUxMI DELLE
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Colle dette vlitudl , Che coli' aju
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'i Risponderò con quel piccol pode
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6 Lo mio Intendimento, e poi ten va
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8 E onore , e stato , e accrescimen
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10 Ma Io ti mostrerò non tutte qua
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13 E corno s' ella ancora De'ben de
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14 Sestadecima tratterà Di certi g
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i6 INNOCENZA . I' son con teco Insi
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i8 no a tavola ; disse ella : Messe
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•20 Ferma, cortese, e cogl'occhi
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2'2 Che son dipinte , e non duran c
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H E de' suoi panni chiusa Cogl' occ
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26 Li cui padri tornati sono al nie
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28 Ad averli con seco . E sicondo r
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So Che molli lodan ciò , e molti b
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53 DI lei monacare , Porrlano ciò
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34 Lodo leggere, i> scrivere ; Anzi
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36 e larghezza, senno , piacere, e
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58 PABTE II. uesta è la seconda pa
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4o Ch'ella è una virlmle. Che moll
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Durar con tanto freno La sua teneva
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44 MAD. IO son contenta di ciò che
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46 E lasci stare Ogni solazzo , e g
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4S E perchè In questo tempo al mio
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5o Onde per questo non v' affaticat
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53 Onde s'have che più caggion di
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54 E sottll guardia fare . Si perch
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66 Torral tre donne oneste, E di gr
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6S Che regna spessamente In queste
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(io tre cose aveano fatte assai , e
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62 Ed ancor si diranno , Che appari
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64 Certe osservanze, e modi. Cautel
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66 Ed ha nimici molti, Folli , e po
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68 A lei pesanza portata , e dolore
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una fiata lo Re là presso a una Ba
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72 Poi addlvien che a marito è dat
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74 E s'Io ti fossi voluta es.s«r c
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E credo ch'ora se trovar la posso.
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78 DONNE . Di tu a noi perchè si n
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8o- FRAN. Ringrazio voi, e son per
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8a E qui sedea sovra un gran zafre
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84 Lo portamento di questa donzella
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86 Ogni guardare, e pensier vano ,
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88 piangendo disse al padre : voi t
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9^ Di ciò ha si grande sdegno la b
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9'^ Ch'io sono donna molto disdegno
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94 E se alcun la conforta di parole
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Per gradi , e poi toccar ben dr cia
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98 Ed ancor più damigelle tra loro
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100 E veduto abbia innanzi più gio
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ICS Soave , umile , sottile , e cos
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io4 Tulli di fuori, e le balie dal
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io6 REINA. Questa dimanda, s'io fos
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ic8 Ed ha due pomi odorifichi, e do
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ito Che in altra guisa Io non la 'n
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li 2 Gli occhj ver terra , e d' int
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ii4 Che dato v'ha solo Iddio per co
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ii6 Reina si conviene, La licenza p
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ii8 za ; ma tuttavia di vostra bell
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120 Ch' Io veggio ben , eh' io non
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122 Ch'ella sia quella , che mi fec
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124 E dimanderai la risposta, che f
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126 Li colpi mie' son di cotal natu
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128 piace . DI quel Signor che nomi
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i3o La prima. Che quelle Donne, che
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l32 Quanto può faccia , e pensi d'
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134 Ancor dice II detto Filosafo :
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136 a vestir se non si troveria alc
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138 Disse la donna : che non glie l
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i4o guiiarla insino alla tomaia In
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143 Son belle , e buone , et utili
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144 O dica, che convengna a buona d
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146 E mostri a lui, che a gran serv
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i48 E tal fiata riprende la gente A
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i5o Né troppo spessì In trovarsi
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l52 A tal costume lassar di sua vog
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i54 Quarantesima quinta , che quand
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i56 Che tutto sia per lo suo mlgllo
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i58 E tuttavia temperando la pena .
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i6o Che la sua vita onestamente men
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l62 bene , e tutti quanti veggendo
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i64 PALLAD . Re di tuli'altri , e S
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J66 Era cotanto in lei disonestà.
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i68 Che DOCUMENTI D'AMORE è appell
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170 Ch'ha'pien potere di creare, e
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172 Ahi Iddìo l tu dai A coloro, c
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174 Che II Ciel se ne spaventi, e l
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176 E per lo rpale io mi possa avve
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178 Purch' io possa venir presso di
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i8o Che l'un de' razzi suol mi pass
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l83 La luce Vostra mi cuovra da que
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i84 Ver è che chi mi vuole , e chi
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i86 Che non le fa mestler di consol
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i88 E poi si trova col piggiore In
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igo Sicché sol ciò non porrla , t
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iga El a prodezza, e rendagli sicur
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194 Et a disfar la gente di colui.
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196. E non Istudl In far sue legatu
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198 Che non sa che si sia amore uma
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200 O Io t'ancldo , e sia ciò che
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202 E come Dio le ministra , si pre
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2o4 Poi guardi tutta la parte quint
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Et In due andò barattiere , poi mo
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Bo8 Che questa è quella a cu' me s
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210 E quei di - casa ancora a lei f
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213 nome del qual non mi ricorda, i
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Or ciò, eh' ò detto , fa contro a
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2l6 Continuava le sue orazioni ; Po
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2l8 Però non mi distendo in tutto
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9 io Se non si legge sol di Dio pen
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22i£ Tementi tutte , e vergognose
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224 La Compagnia , e teslìmonj att
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226 Perocché l'anima, che ama Iddi
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228 colai luogo , e di far tanto ,
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25o vallerl nel paese dove elle sta
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232 ne . La Maestra dice : non è I
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234 Ditemi Cavaller per cortesia ?
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336 Pigliati a me, dove tu meglio p
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338 Che non voler, ma sol poter mi
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24ci Dio sia tua guardia, eh'eli'è
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242 Né faccia tanto stretta la sua
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244 figliuolo del Re era preso di l
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246 PARTE XI. Isella Parte seguente
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34S Ch' ella non possa mancai se vo
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25o Non dimori a servire alcun Sign
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253 P A R T E X I I L JLla Terzo de
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254 E simigliante cose , che convie
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•2:66 Ma s'egli ha l'un diritto,
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258 Sanza fatica, e dolore gli avra
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26o E chiaman ciò fantasma ; E par
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•2G'^ Che tal fiala la madre lo l
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264 La carne dura , e grassa , pia
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266 Al latte Io tilorna i Vien poi
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268 Crederà sia un si fatto coit-'
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27C E poi le serpi volesse pigliare
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272 Che molti son , che ne fanno me
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274 Che questa servitù li sarà ta
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276 Se tu fili Io stame , ancor ti
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278 Che s'hai bellezza alcuna ì No
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28e Da parte della Donna , che mi d
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382 Or va con Dio, ed Io t'aspettò
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a84 VOLITI. Tu porrai assai gire av
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28g Bei di quell'acqua, che non ci
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2«8 FR.VNC. Madonna a gran fatica
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290 A noi cosi comandò quella Donn
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292 Però molte ne vanno AOIitte ,
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294 E 11' ogni terra occorre ; Ma g
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296 Non de' dunqua disdegnare Colle
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298 Serban le giovin donne Se nella
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5co Ogni virtù ti sovviene , Ogni
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5o2 Dician dunque di quelle. Che so
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3o4 e se più.stessono a fpiell' ov
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, 3c6 non se ne vadano , 1 maschj a
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3o8 Ti) tpifislo tempo ancor convie
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3io Quinci tragga chi vuole , e chi
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3l2 Di cose, the ben puole aperto d
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3i4 Ottanta di convenla passare , M
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3i6 Ed avanzare , e giovan! durar»
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3i8 Malinconia, dolore, e pianto, e
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326 la volea. La madre ciò saputo
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322 Non sono, incora acconcio alla
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324 Conoscerai, che niente rileva A
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326 PENIT, Va, come vuoli , e torna
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328 Madonna Joanna si lavava coli'
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33o ossa del bue vecchio , e ciò f
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533 Ma guarii , che se la dessi, o
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S34 Che fuggon molto li spiriti rei
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356 Accompagnata ffllrabllemente ,
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338 E nelle chiose ancor più che n
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340 Nel Libro , che v' ho detto spe
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342 sita piatoso, La seconda è una
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544 tezza. Nel primo ogni vizio mag
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346 E da terza infino alla nona , I
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548 ELOQ, Si Sono , e vado per annu
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35o La prima porta la spada al biso
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553 Nella In costumi umana Compagni
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354 Anzi gli onoro , e faccio avere
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Z66 Prima Figliuola di quel Re Supe
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358 Che su nel cominciare i' riceve
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36o In questo punto , e con questa
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Quando io posi mano alla stampa dì
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Novellamente , Francesco parlai ec,
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367 ghi delle sue Cantiche, non vol
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369 si di Ottone III. Imperadore ,
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371 vi, e che per le leggi Cristian
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373 in tutta la Cristianità; ed a
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3^^ Stione, ordinavan le leggi dell
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Ed egli à me : tu lasci tal vestig
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3
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Porrà imprender d' uno Mezzo Canno
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383 Leggiamo nel Krasser De Ijiiurg
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385 cesso spegnesse ogni virtù ne'
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iesser Llouel colla sua compagnia D
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SS9 messi, sedeano distintamente in
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Sgi noscritti Vaticani la Vita in q
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Populus quoque crinibus , genisque
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oc.ly gnhìone dt' particolari loro
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397 Nel Leone , e nelle bestie fero
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^99 nell Indie, e nella Tarlarla er
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4oi teressante , e merita esser let
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Neil' entrar della donna , 4o3 Gitt
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a 24. Queste cose abiendo dette , i
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4 S. Caterina lettera 65. MS. Vatic
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6 -v'ha allor piccioli ch'hanno li
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8 AMOSTRARE, per mostrare .Licenza
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Page 480 and 481: 2& il lib. della Volg. Eloq, appone
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Page 484 and 485: So Non posson quetare Ma dare piii
Page 486 and 487: 33 DIA ; il latino deceat. Dia deve
Page 488 and 489: 54 Ser Mazzeo da Messina , Il disin
Page 490 and 491: 36 DISVOGLIE svolge , eyolv'it è n
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Page 520 and 521: 6tì voce Lombarda ; Giulio Feroldo
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Page 542 and 543: 88 Savia non fui avvegnaché sapla
Page 544 and 545: 9° SEGUISGE seguita , terminazione
Page 546 and 547: Morgante , e 1' Ariosto nell' Orlan
Page 548 and 549: 94 mani, O che sofferà che siano a
Page 550 and 551: me , le dice , che gnardi per testa
Page 552 and 553: 9» , egli di queste seguaci rime a
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