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II<br />
Lo assegnarono al Comune di Santana, nel Trentino.<br />
Due guardie lo condussero al posto d’imbarco. Aveva le<br />
manette ai polsi e portava con sé la vecchia valigia che gli<br />
avevano consegnato Giovanna e Pascaleddu coi quali aveva<br />
potuto parlare per quasi mezz’ora. Durante il colloquio<br />
nessuno aveva pianto. Avevano cercato di dirsi le cose più<br />
importanti.<br />
– Non prenderti pensiero per noi, io cercherò un altro<br />
padrone e con la mia paga tireremo avanti.<br />
– Un anno passa in fretta, io sono abituata a misurare<br />
il tempo.<br />
– Bisogna togliere mamma dal forno.<br />
– Non è il forno che consuma... se tu starai bene, starò<br />
bene anch’io.<br />
Alla fine: – Vai con Dio, figlio mio.<br />
– In bonora, fratello.<br />
– Adiosu.<br />
La nave aveva già le palancole pronte, ma i passeggeri<br />
potevano imbarcarsi solo dopo il tramonto. Nello spiazzo,<br />
alcuni pastori, vociando e agitando le mani, tentavano<br />
d’introdurre nelle stive un branco di pecore che ruotava<br />
vorticosamente su se stesso sollevando nuvole di polvere<br />
nera. Le pecore, pazze di terrore, per non vedere e non sentire<br />
strisciavano il muso per terra, pigiate una all’altra.<br />
All’odore del gregge Pietro ebbe un sussulto: altri pastori<br />
che andavano via, come avevano fatto Anzellu e Mastinu<br />
e come non aveva voluto fare lui. Aveva sempre le<br />
manette ai polsi.<br />
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– Appena parte la nave te le togliamo, – gli promise<br />
l’appuntato.<br />
A bordo salirono prima che arrivassero gli altri passeggeri.<br />
Presero posto nel salone di terza classe, sul sedile<br />
situato in fondo. Le due guardie scambiavano qualche parola<br />
ogni tanto.<br />
– Sono comode e pulite queste navi, – disse l’appuntato,<br />
un uomo sulla quarantina, magro, bruno, con un’aria<br />
preoccupata. L’altra guardia, biondiccia, con gli occhi<br />
chiari e l’accento continentale, era giovane, qualche anno<br />
in meno di Pietro. Disse che lui le conosceva quasi tutte<br />
le navi di linea: ce n’erano di più grandi e di più comode<br />
di quella. Pietro osservava in particolare, cercando di capire,<br />
ma senza stupirsi di niente. All’ora dell’imbarco ci<br />
fu molta confusione. I passeggeri di terza senza cuccetta<br />
corsero a occupare i posti del salone. Furono prese d’assalto<br />
le poltroncine del centro. Voci e passi provenivano da<br />
tutte le parti. Si udivano anche i belati delle pecore, deboli,<br />
quasi soffocati.<br />
– Ne imbarcarono tutti i giorni, non resterà una pecora<br />
da noi, – commentò l’appuntato.<br />
– Quando tutti i pastori saranno andati via si decideranno<br />
a trasferirci in continente, – rispose l’altra guardia.<br />
La sistemazione dei passeggeri durò quasi un’ora. Pietro<br />
sentiva sotto i piedi un fragore di ferri e di ruote, seguito<br />
ogni tanto da stridori d’ingranaggi che stentavano<br />
a mettersi in moto. Quando la nave lasciò il molo, i passeggeri<br />
rientrarono e tutte le poltroncine del salone furono<br />
occupate. Le guardie non parlavano e Pietro seguiva i<br />
discorsi di due giovani seduti davanti a lui.<br />
– Molta gente oggi, la nave è piena, – disse uno del<br />
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