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sione di qualcosa d’insolito: uno strano fruscio seguito da<br />
un bisbiglio. Stava per inoltrarsi in un altro sentiero quando<br />
qualcuno gl’intimò l’alt. Chiese chi c’era.<br />
– Polizia! – rispose una voce decisa.<br />
Pietro si accorse di essere circondato da militari armati.<br />
Gli chiesero i documenti e poi incominciarono le domande:<br />
da dove veniva, dove andava, chi aveva visto nel<br />
paese, perché rientrava all’ovile così tardi, dov’era l’ovile...<br />
Pietro rispondeva con calma. Ma quelli volevano sapere<br />
ogni particolare: quanti pastori avevano partecipato<br />
alla riunione, dove si erano riuniti, se erano usciti in gruppo<br />
o uno alla volta... le domande non finivano più.<br />
– Da quanto tempo non vedi Crapolu? – gli chiese poi<br />
bruscamente il capo.<br />
– Non ho motivo di vederlo, né lui di cercarmi.<br />
– Spesso si rifugia nel tuo ovile e tu gli procuri cibo e<br />
armi.<br />
Pietro era diventato insofferente.<br />
– Avrei fretta, mio fratello è solo nell’ovile.<br />
– Non hai risposto alla mia domanda, – insistette il<br />
capo alzando la voce.<br />
– Devo dire che siete male informati...<br />
– E già, noi siamo fessi, beviamo tutto ciò che ci raccontano<br />
e anche le tue frottole.<br />
– Non dico questo.<br />
Lo condussero fino allo stradone, dov’era la camionetta,<br />
seminascosta fra i cespugli. Stettero lì per un po’, poi<br />
uno dei militari riprese: – Parla!<br />
Pietro abbassò la testa e non rispose.<br />
– Avete tutti la stessa scorza dura, – urlò il capo, – ma<br />
vi domo io.<br />
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Ci furono altre minacce, ma Pietro non uscì dal suo silenzio<br />
risentito. Alla fine gli dissero: – Puoi andare, ma attento,<br />
ti sorvegliamo anche quando non ci facciamo vedere.<br />
Pietro si allontanò senza dire niente. Erano proprio fissati,<br />
un giorno sì e uno no gli perquisivano l’ovile e facevano<br />
le stesse domande con le stesse minacce. Cosa volevano<br />
da lui, con quella grinta poi! Che se lo cercassero da<br />
soli il bandito.<br />
Trascinati dai cani poliziotti e incalzati dalle smanie<br />
dei comandi, i baschi correvano da un salto all’altro, irrompendo<br />
di notte nei paesi come anime disperate. Volevano<br />
che la gente si aprisse e parlasse e dicesse più di quanto<br />
non sapesse, ma le loro rabbiose minacce non approdavano<br />
a niente. Il silenzio dei pastori, assediati negli ovili,<br />
e il muto pallore delle donne, tormentate nell’intimità<br />
delle case, li rendeva furibondi; si sentivano derisi e odiati,<br />
anche se la gente provava compassione per le paure e lo<br />
smarrimento di quei giovani venuti da lontano che non<br />
riuscivano a sorridere.<br />
All’ovile il cane abbaiò rabbiosamente, poi riconobbe<br />
Pietro e gli corse incontro scodinzolando. Pascaleddu si<br />
affacciò alla porta della capanna.<br />
– Sei tu, Pietro?<br />
– Sì, ci sono novità?<br />
– Le pecore riposano sotto la quercia. Perché così tardi,<br />
sta bene mamma?<br />
– Sta bene. Avevi paura da solo?<br />
Pascaleddu rispose che lui non aveva paura neanche<br />
del diavolo.<br />
– Lo so che sei coraggioso.<br />
Nella capanna attizzarono il fuoco.<br />
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