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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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no già acceso le luci. Ai lampi che squarciavano le nuvole<br />

seguivano rimbombi, come se le montagne cozzassero una<br />

contro l’altra. Il treno, col suo sferragliare e i suoi fischi,<br />

sembrava far parte di quell’Apocalisse.<br />

Andrea e Pietro, seduti uno di fronte all’altro, guardavano<br />

i finestrini picchiettati dalla pioggia violenta.<br />

– Tempo cane! – esclamò Andrea, – a Milano c’inzupperemo.<br />

Aprì la borsa che teneva sulle ginocchia e tirò fuori un<br />

fascio di carte; erano progetti, computi metrici, capitolati,<br />

licenze, autorizzazioni: tutto ciò che ci voleva per un<br />

appalto come si deve. Non che quelle carte gli mettessero<br />

soggezione, anzi provava piacere a tradurre mentalmente<br />

linee e simboli in pilastri, muri, tetti, case finite.<br />

Non era tranquillo tuttavia, a Milano doveva discutere i<br />

prezzi. Aveva fatto i conti, aveva idee chiare su quanto ci<br />

voleva per ogni quantità di muro, di pavimento, di tetto,<br />

d’intonaco, ma bisognava discutere con Scarani, che<br />

non lasciava parlare mai nessuno. Pietro s’interessava al<br />

progetto e riusciva a figurarsi una casa fatta in quel modo,<br />

con quei tetti, quei balconi, quelle finestre; ma quando<br />

Andrea gli fece vedere le sezioni del progetto, dicendogli<br />

d’immaginarsi la villa spaccata di così o di così, si<br />

smarrì.<br />

– Non ce la faccio, – disse passandosi la mano sulla<br />

fronte, – sono cose troppo difficili per me.<br />

Andrea cercò di spiegare più chiaramente le sezioni<br />

del progetto, servendosi della borsa e delle carte per costruire<br />

piani di tutte le specie. Ma Pietro disse che le cose<br />

difficili gli facevano venire il mal di testa, e si alzò in<br />

piedi, come per liberarsi da un peso.<br />

172<br />

A Verona cambiarono treno, ormai non pioveva più,<br />

anzi era comparso il sole.<br />

– Ora possiamo guardare la campagna, – disse Pietro,<br />

divorando con gli occhi le sterminate distese di verde che<br />

gli sfilavano davanti.<br />

– Qui l’erba non secca mai!<br />

– Per forza, siamo nella pianura Padana, – rispose Andrea,<br />

continuando a sfogliare le carte. I prati erano inseguiti<br />

dai frutteti, e filari di pioppi segnavano il confine<br />

fra una distesa e l’altra. Gli alberi, in file diagonali, sembravano<br />

cimati tutti alla stessa altezza.<br />

– Quanta ricchezza!<br />

Andrea non faceva caso ai commenti di Pietro, quei<br />

luoghi che aveva visto tante volte non lo impressionavano.<br />

Pensava a Scarani e mentalmente si ripeteva le parole più<br />

giuste da dire: bisognava parlare poco e avere idee chiare.<br />

Lo scompartimento era semivuoto, soltanto un altro<br />

viaggiatore, che leggeva giornali su giornali. Era seduto<br />

vicino ad Andrea e Pietro poteva osservarlo: ogni tanto<br />

abbassava il giornale che teneva spiegato su due pagine e<br />

commentava ogni cosa che non gli andava con una smorfia.<br />

Aveva una testa rigonfia di capelli bianchi, sopracciglie<br />

nere e denti bianchissimi, ma un po’ sporgenti. Muoveva<br />

continuamente le gambe, accavallandole, distendendole<br />

o incrociandole sotto il sedile.<br />

Improvvisamente si sentì uno stridore di freni, un fischio,<br />

un vocio confuso e il treno si fermò con uno scossone.<br />

Tutti corsero ai finestrini. Nessuna stazione, solo<br />

prati, frutteti e, poco distante, una casa colonica.<br />

– Offrono le pere gratis, per protesta, – sentì dire.<br />

Dritte sulle traversine dei binari, donne di tutte le età<br />

173

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