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– Il tema lo do io, – disse Annanghelu: – il carcerato<br />
innocente.<br />
I tenores incominciarono a provare gli accordi. Pietro,<br />
con gli occhi fissi nel vuoto, fece un cenno di diniego col<br />
capo.<br />
– Non mi farai quest’affronto, – esclamò Maria Gattu,<br />
protendendo in avanti i suoi seni prosperosi.<br />
– È il vino... mi lega la lingua, – rispose Pietro.<br />
– Una morra allora, – gridò Annanghelu.<br />
– Qui no, è vietato, – intervenne Maria Gattu contrariata.<br />
Annanghelu, preso nuovamente dalla frenesia, propose<br />
di andare nell’orticello di Padules e ordinò due bottiglioni<br />
di vino.<br />
– Se vinciamo noi, – disse Gavino Mariane a Maria<br />
Gattu, – ti liscio i capelli.<br />
– Solo i capelli? – rispose lei socchiudendo gli occhi.<br />
Annanghelu afferrò i bottiglioni pieni di vino e si avviò<br />
precedendo gli altri. Pietro non si mosse, era sempre<br />
appoggiato alla parete con un bicchiere in mano pieno a<br />
metà. Mentre gli altri uscivano, nella bettola entrò Peppe<br />
Carai, che faceva il suo solito giro per sapere quello che<br />
accadeva nel paese.<br />
– Come va la vendita dell’arsenico? – chiese a Maria<br />
Gattu, alludendo al vino. Poi, rivolto a Pietro: – Non riesci<br />
a buttarlo giù?<br />
– Il vino di Maria guarisce e ammazza, – rispose Pietro.<br />
– Gli altri dove stanno andando con quelle munizioni?<br />
– chiese ancora Peppe.<br />
– A Padules, per una sfida alla morra, – rispose Maria.<br />
Pietro vuotò il suo bicchiere e ne fece riempire altri<br />
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due, uno per sé e uno per Peppe. Questi tracannò d’un fiato<br />
il suo, sottolineando con molte smorfie il disgusto che<br />
provava per il vino di Maria; a Pietro chiese perché non<br />
era andato anche lui a Padules.<br />
– Sono scottato, tutte le volte che ho giocato alla morra<br />
mi sono azzuffato con qualcuno.<br />
Peppe ordinò mezzo litro d’«arsenico» e insieme a<br />
Pietro andò a sedersi sugli sgabelli dell’angolo, attorno a<br />
un vecchio tavolino. Nella bettola non c’era nessun altro<br />
e Maria Gattu si ritirò nel retrobottega. Peppe vuotava i<br />
bicchieri uno dopo l’altro e ora non faceva più smorfie,<br />
anzi finì per ammettere che il vino di Maria non era peggiore<br />
di quello che vendevano gli altri bettolai.<br />
– Cosa pensi di fare? – chiese poi con noncuranza a<br />
Pietro.<br />
– Inzupparmi di vino, come faccio ora.<br />
– Il sollievo che dà il vino è di breve durata... ci vuole<br />
altro.<br />
Peppe Carai era studente da lunga data, ma la sua vocazione<br />
era interessarsi dei fatti altrui, convinto di poter<br />
trovare il giusto rimedio per ogni situazione.<br />
– Uomo sei? – chiese a bruciapelo a Pietro.<br />
– Non lo so, forse sono soltanto un ubriacone.<br />
– Sei come il coccodrillo, bevi e piangi.<br />
Finito il vino uscirono per fare passi. L’aria era fredda e<br />
rischiarava le idee. Peppe chiese a Pietro se sapeva quanti<br />
latitanti c’erano nel paese e, senza attendere risposta, li<br />
elencò lui, ripetendo per ognuno la cifra della taglia. Pietro<br />
disse che non gl’importava niente dei banditi e delle taglie.<br />
– Ciascuno ha i suoi guai, – soggiunse, – forse stanno<br />
meglio loro.<br />
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