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– Cosa non ti va? – chiese Andrea sospettoso.<br />
– È della stessa pasta del commendatore, solo che questo<br />
qui strangola sorridendo.<br />
Andrea si rabbuiò in viso e gli tornarono tutti i dubbi<br />
che credeva di aver superato.<br />
– Vedi nero dappertutto, – disse infastidito.<br />
– Sarà come dite voi.<br />
Nella nebbia si dirigevano verso la caserma dei carabinieri<br />
per il visto. Andrea prese per un braccio Pietro bruscamente:<br />
– Hai detto tu stesso che quei terreni Scarani li<br />
farà fruttare, ma se è così dovrà pur costruirvi qualcosa.<br />
– Se uno la pensa diversamente ve la prendete male: io<br />
giudico da quello che vedo e che sento. Quel segretario ci<br />
ha detto che loro respirano affari dalla mattina alla sera; se<br />
c’è da guadagnare sui terreni di Santana se ne infischiano di<br />
voi. Faranno un’altra di quelle società che strangolano la<br />
gente. Intanto la villa voi gliela fate al prezzo che vuole lui.<br />
– Andrea ammutolì.<br />
– Il rischio c’è, – disse sottovoce, – ma ho voluto tentare.<br />
C’era freddo.<br />
Il maresciallo dei carabinieri voleva trattenerli in camera<br />
di sicurezza: c’era fermento quel giorno in città e la<br />
storia di quel permesso non sembrava chiara. Solo dopo<br />
una telefonata a Masnadi fu messo timbro e firma sul foglio<br />
di Pietro.<br />
Andrea e Pietro si stavano dirigendo verso i grandi magazzini,<br />
quando udirono distintamente voci, fischi e suoni<br />
di grancassa.<br />
– Arrivano gli scioperanti! – gridò un passante, – bisogna<br />
stare attenti, quelli usano violenza.<br />
Nella strada, in fondo, le ombre degli scioperanti pren-<br />
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devano corpo diventando uomini con cartelli. Le voci erano<br />
più distinte: – Abbasso la repressione! Libertà nelle<br />
fabbriche!<br />
– Allontaniamoci, – disse Andrea impaurito, – qui c’è<br />
puzzo di bruciato.<br />
Ma Pietro era curioso, voleva vedere da vicino gli scioperanti.<br />
Andrea borbottò che lui aveva altro per la testa e<br />
che quella era gente prepotente, senza voglia di lavorare.<br />
– Stanno meglio di me, – continuò, – ogni giorno vogliono<br />
qualcosa.<br />
Anch’egli però attese insieme a Pietro sul marciapiede.<br />
Gli scioperanti sfilarono davanti a loro. Erano tanti,<br />
una folla. Ce n’erano di tutte le età, anche giovani che<br />
sembravano ragazzi, e donne. Quelli che non portavano<br />
cartelli o striscioni si tenevano sottobraccio, quasi per formare<br />
delle barriere. Quando gridavano agitando il pugno<br />
chiuso sembrava potessero scardinare il mondo, tanto era<br />
il furore che esprimevano i loro volti.<br />
– Vieni con noi, – gridò uno degli scioperanti a Pietro.<br />
– Non c’entro io, non lavoro in fabbrica, – rispose<br />
questi facendo passi a fianco degli scioperanti.<br />
– La nostra lotta riguarda tutti quelli che lavorano, –<br />
rispose l’altro, un giovane coi capelli scompigliati.<br />
– Sono disoccupato io, – gli rispose Pietro, che ora<br />
camminava al passo con quelli della sfilata. Andrea lo seguiva<br />
imprecando contro i ficcanaso. Il giovane scioperante<br />
prese sottobraccio Pietro e gli gridò che proprio i<br />
disoccupati avevano diritto di alzare di più la voce.<br />
– Se siamo in molti non ci ferma nessuno. I tempi sono<br />
cambiati, con le buone o con le cattive ce lo devono dare<br />
quello che ci spetta, – e riprese a gridare.<br />
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