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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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– Credo di sì.<br />

– Qui potrai contare su amicizie e protezione, sarai solo<br />

e controllato da tutti. Voglio conoscere i tuoi propositi,<br />

ma in modo sincero, io posso essere o tuo amico o tuo<br />

nemico, dipenderà da te.<br />

– Non dovete giudicarmi da ciò che c’è scritto lì.<br />

– Quello che c’è scritto qui ha il suo peso, ma avrà più<br />

peso il tuo comportamento. Ora vai a dormire, domani ti<br />

cercherai una sistemazione.<br />

Beppi lo condusse in uno stanzino buio.<br />

– La lampadina è fulminata, ma starai bene come un<br />

Papa; non è mica una cella questa: cosa credi, prima qui<br />

ci abitava l’arciprete.<br />

Effettivamente la casa non aveva l’aspetto di una caserma,<br />

anzi aveva qualcosa di aggraziato che l’imponeva<br />

all’attenzione dei passanti. Forse era l’orticello recintato,<br />

con due peri alti e un pergolato; o la fontanella nella strada,<br />

proprio ai piedi della gradinata che conduceva al portoncino<br />

d’ingresso; o i colori sfumati che il tempo aveva<br />

disteso sui muri, sulle piccole persiane e sulle grondaie. Il<br />

Beppi raccontò ancora che dopo la morte dell’arciprete era<br />

scesa da un paesetto di montagna una piccola suora e la<br />

casa era diventata la prima scuola dei ragazzi di Santana.<br />

– Era ben brava Suor Carolina, – continuò il Beppi, –<br />

ci venivo anch’io e c’insegnava a scrivere. Ora è morta.<br />

Non ha fatto in tempo a vedere finita la scuola del Comune.<br />

L’hanno interrata nel nostro cimitero. L’ho portata<br />

sulle spalle anch’io... in una bella giornata, con un grande<br />

sole: la neve sembrava bruciare sui monti.<br />

Beppi parlava senza commuoversi, come se raccontasse<br />

una favola.<br />

124<br />

– E il paese com’è? – gli chiese Pietro, ansioso di sapere<br />

qualcosa di più concreto su quel luogo mai sentito.<br />

– Era un bel paese... ci si accontentava di un toc di polenta,<br />

senza tante stravaganze; ora tutto è cambiato.<br />

– Si può trovare qualche casa dove poter dormire e<br />

mangiare? – chiese ancora Pietro – io mi accontento di<br />

poco.<br />

– Ci sono quelli che prendono a pensione i bagnanti e<br />

c’è anche l’albergo. È tardi, buona notte. – Beppi andò via<br />

senza aggiungere altro.<br />

Pietro si distese sulla brandina e si avvolse nella coperta.<br />

Nonostante si fosse ai primi di maggio c’era freddo,<br />

tanto freddo come d’inverno nel suo paese. Non riusciva<br />

a prender sonno. Si sentiva solo in un mondo sconosciuto.<br />

Tutta la sua esistenza l’aveva trascorsa nelle<br />

campagne, dietro le bestie: della vita non sapeva niente.<br />

Gli tornarono in mente i discorsi dell’appuntato e pensò<br />

anche agli emigranti e alla insofferenza di Mancini, costretto<br />

a vigilare i guardiani delle pecore. Si addormentò<br />

finalmente e nel sonno una voce simile a quella del parroco<br />

del suo paese gli ripeteva le raccomandazioni del brigadiere.<br />

La voce scendeva dal pulpito minacciosa e diventava<br />

sempre più potente, assordante. Il senso delle parole,<br />

però era oscuro.<br />

V<br />

Santana era un paese molto piccolo, tutto raccolto ai lati<br />

dell’antica strada che dalla piazza della chiesa portava fino<br />

ai prati. Le case, grandi, vecchie e innestate una sull’al-<br />

125

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