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I<br />
A mezzogiorno il fumo si levava alto dai comignoli e<br />
nel paese scendeva una malinconica quiete. Come in un<br />
rito, a quell’ora la gente si raccoglieva davanti ai camini<br />
accesi e attendeva un po’ di cibo caldo. Nella casa di Giovanna<br />
Serra il fuoco era quasi spento. Pietro arrivò con<br />
l’ultimo rintocco della campana.<br />
– Ne attendete ospiti? – disse scherzosamente.<br />
– Tornato sei? Non ti aspettavo più, – rispose Giovanna<br />
con un’ombra di sorriso. – Ti preparo qualcosa, se<br />
vuoi cambiarti l’abito intanto...<br />
A Pietro piaceva la sua casa, anche se era modesta, due<br />
stanze appena, una delle quali seminterrata: ogni volta gli<br />
sembrava di scoprirvi qualcosa di nuovo. Dietro il gregge,<br />
di notte, giocava coi ricordi e, come in un sogno, componeva<br />
e scomponeva le tristi vicende di quella casa.<br />
– Avete mangiato voi? – chiese lui.<br />
– Sì, volevo prendere qualcosa...<br />
– Solo quando rientriamo noi riscaldate la pentola!<br />
– Preferisco mangiare un po’ di pane e formaggio, –<br />
rispose Giovanna che aveva già riattizzato il fuoco e sistemato<br />
il pentolino sul treppiede.<br />
La presenza di Pietro arricchiva la casa: tutto appariva<br />
meno triste e perfino lo spazio, così angusto, sembrava<br />
prendere nuovo respiro. Ora che non faceva più sa cochidora,<br />
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