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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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quale sporgeva un ciuffo di capelli dallo schienale della<br />

poltrona nella quale era sprofondato. Il compagno rispose<br />

ch’erano cacciatori continentali e emigranti.<br />

– T’ho visto parlare con una ragazza, – riprese quello<br />

dal ciuffo.<br />

– Va a servizio a Roma.<br />

– C’è da fare qualcosa?<br />

– Si conservano per i continentali.<br />

– Già, noi sardi conserviamo tutto per i continentali:<br />

i cinghiali per i cacciatori, gli agnelli per i signori, le serve<br />

per i ricchi... a noi cosa rimane?<br />

– È lo scambio, ciascuno dà quello che gli avanza.<br />

– Solo che a noi non avanza niente.<br />

La nave cominciò a ballare.<br />

– Mangiamo qualcosa prima delle Bocche di Bonifacio?<br />

– propose la guardia giovane.<br />

– Vuoi mangiare anche tu? – chiese l’appuntato a Pietro.<br />

– Ho i polsi legati.<br />

– Hai ragione, la nave ha lasciato il porto e possiamo<br />

toglierti definitivamente le catenelle. – Ma Pietro non<br />

aveva voglia di cibo, sentiva uno strano malessere ed era<br />

anche sconvolto.<br />

– Ho un agnello dentro la valigia, – disse ai suoi accompagnatori,<br />

– se volete favorire, io non mi sento.<br />

Non si poteva accettare niente dai prigionieri. La nave<br />

ora rullava e beccheggiava. Pietro si sentiva una grande<br />

stanchezza addosso: aveva anche i brividi e sudava. Restò<br />

immobile, con gli occhi socchiusi, abbandonato sul<br />

sedile.<br />

– Ti senti male? – gli chiese l’appuntato.<br />

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Pietro fece un cenno con la mano, aveva paura che parlando<br />

gli venisse il vomito.<br />

– Anch’io sono sconvolto, bisogna star fermi, – disse<br />

l’appuntato.<br />

Ma Pietro continuava a star male, tanto male che gli<br />

sembrava di morire. Non aveva più la forza di sollevare<br />

una mano e aveva il viso sbattuto. Le guardie l’accompagnarono<br />

fuori, sul ponte, e lui si aggrappò alla balaustra.<br />

III<br />

Ancora stordito, con la valigia sulle spalle, seguiva<br />

l’appuntato, senza curarsi degli spintoni della gente che<br />

andava di fretta.<br />

– Il treno per il Brennero.<br />

– In fondo, al numero otto, è in partenza.<br />

Il vagone sul quale salirono era stipato di gente e di<br />

bagagli anche sulla piattaforma.<br />

– Sono quasi tutti emigranti, vanno in Germania, –<br />

disse l’appuntato crucciato, – ce la dovremo fare in piedi.<br />

L’altra guardia brontolò: – I servizi peggiori toccano<br />

sempre a me: c’è da fare una battuta notturna sui monti?<br />

chiamano Mancini; c’è da scortare un prigioniero? ancora<br />

Mancini; c’è da fare il piantone a un morto ammazzato?<br />

sempre Mancini! Sono proprio stufo, finita la ferma me ne<br />

vado.<br />

– Farai l’abitudine, anche i puledri scalpitano, – disse<br />

l’appuntato, con un sorriso di compatimento.<br />

La piattaforma era affollata di emigranti: venivano dal<br />

Sud, stanchi, dopo una notte di treno. Alcuni cercavano un<br />

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