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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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lei un’insegna pubblicitaria. Qui si respirano affari dalla<br />

mattina alla sera, bisogna saper valutare quello che accadrà<br />

domani. Sa cosa le dico? – concluse Masnadi, i cui sorrisi<br />

sembrava avessero il potere di appianare ogni difficoltà, –<br />

dovrebbe essere lei a pagare il commendatore...<br />

Andrea si era lasciato trascinare dall’entusiasmo. Si ricordò<br />

che per due volte era stato sul punto di diventare un<br />

grosso impresario, quando aveva preso l’appalto delle case<br />

popolari di Trento e quando aveva costruito l’ospedaletto.<br />

E immaginò i poggi e i dossi di Santana disseminati<br />

di grandi edifici costruiti dalla «Società Andrea Mosna<br />

& C.». Preso dalla curiosità chiese: – Mi scusi, dottore, se<br />

mi permetto, ma il commendatore di che cosa si occupa?<br />

– È il maggiore azionista della «Finanziaria Lombarda»<br />

che controlla il capitale di venti società italiane e estere, –<br />

rispose Masnadi, felice di poter dare l’esatta misura della<br />

grandezza di Scarani. – Le nostre società costruiscono e vendono<br />

di tutto, non c’è settore dove non siamo presenti. Il<br />

commendatore ha iniziato da zero, ma sa cogliere al volo le<br />

occasioni, quando gli altri indietreggiano lui avanza.<br />

Andrea mostrò al segretario un elenco di prezzi che aveva<br />

preparato, ma Masnadi gli precisò che il contratto doveva<br />

farsi con la clausola «chiavi in mano», a prezzo unico, e<br />

disse lui la cifra.<br />

Andrea tirò fuori una matita, e tentò di fare alcuni calcoli;<br />

sudava e gli tremavano le mani. Pietro avrebbe voluto<br />

portarlo via; anche se non capiva niente di appalti e<br />

di prezzi, intuiva che Masnadi lo stava giocando.<br />

– Ma con quella cifra non ci sto dentro! – esclamò Andrea<br />

allargando le braccia quasi volesse impietosire il segretario,<br />

che non si scompose.<br />

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– Se saprà organizzarsi bene potrà realizzare un buon<br />

margine.<br />

Suonò il citofono.<br />

– Purtroppo mi ricordano che ho un altro appuntamento,<br />

– riprese Masnadi dando uno sguardo all’orologio,<br />

– bisogna decidere, se lei è d’accordo la faccio passare all’ufficio<br />

legale, il contratto è già pronto.<br />

Andrea esitò ancora, aveva bisogno di qualcuno che lo<br />

consigliasse; si rivolse a Pietro e questi stava per dirgli di<br />

piantar tutto e di andar via, quando intervenne Masnadi:<br />

– Il commendatore m’ha parlato anche della custodia della<br />

villa da affidare al bagnino di Santana, è lei no?<br />

– Quando la villa sarà finita io non ci sarò più a Santana.<br />

Pietro se ne infischiava del commendatore e del suo<br />

segretario, gli faceva pena Andrea, che continuava a far<br />

calcoli. Ci fu un momento di silenzio, poi: – Accetto, –<br />

disse Andrea alzandosi in piedi.<br />

L’avvocato spiegò chiaramente tutte le clausole che<br />

Andrea dovette sottoscrivere: il termine di consegna, improrogabile,<br />

le modalità di pagamento del prezzo, legate<br />

agli stati d’avanzamento dei lavori, i controlli da parte del<br />

direttore tecnico, e così via.<br />

Fuori c’era ancora la nebbia, e sembrava sera. Deboli<br />

aloni di luce sospesi nell’aria lasciavano indovinare ch’erano<br />

state accese le lampade della città.<br />

Andrea pensava ancora al contratto. Ogni tanto chiedeva<br />

a Pietro cosa ne pensasse, ma senza ascoltare la risposta<br />

continuava a esporre tutte le buone ragioni che l’avevano<br />

spinto ad accettare.<br />

– La sa lunga quello, – disse Pietro, quasi parlando tra sé.<br />

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