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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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avevano fatto andar male la cooperativa e contro l’esattore<br />

delle imposte che applicava la mora e faceva i sequestri.<br />

– Figlio caro, – concluse Annia, – non è colpa mia e<br />

neanche tua, però se non paghi alla scadenza ti devo mandare<br />

la giustizia.<br />

Annia, a differenza degli altri proprietari, usava le buone<br />

maniere coi suoi pastori. La gente diceva ch’egli aveva<br />

molti soldi, anche se conduceva una vita miseranda. Da<br />

quando avevano tentato di strangolarlo nel sonno non faceva<br />

entrare più nessuno in casa sua. Con Pietro continuò<br />

a piagnucolare: – Mi togli il sangue se non mi paghi, vivo<br />

di questo io, non ho altro.<br />

– Sui vostri pascoli le mie pecore ci muoiono di fame,<br />

quello che chiedete non ve lo posso dare.<br />

Annia si asciugò il sudore e, sospingendo Pietro verso<br />

la porta, troncò ogni indugio: – Va’ e torna coi soldi, altrimenti<br />

ci pensano i carabinieri.<br />

Nino Monne, dopo lo scioglimento della cooperativa,<br />

non trovò né cercò un lavoro. Nelle bettole nessuno più gli<br />

offriva da bere. Aveva fatto amicizia con un carabiniere.<br />

Nacquero i sospetti: era facile passare dalla parte del maresciallo,<br />

bastava un piccolo cedimento e non ci si poteva<br />

più sottrarre. Pietro non lo cercò più, neanche quando dovette<br />

presentarsi alla banca per la sistemazione del debito.<br />

Trattò lui direttamente e ottenne una dilazione di quattro<br />

mesi, l’ultima. Però, se la cooperativa si fosse ricostituita e<br />

si fossero trovate firme di garanzia, l’assistenza della banca<br />

non sarebbe mancata.<br />

Pietro si convinse ancor di più della necessità di rimettere<br />

in piedi la cooperativa. Ne parlò con gli altri pastori,<br />

ma tutti erano diffidenti, quelle cose non facevano<br />

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per loro, non le capivano. Il loro mestiere era andare dietro<br />

il gregge, economizzare tutto e sperare nella buona<br />

annata. Con la cooperativa non si sapeva dove si andava a<br />

finire. Pietro insisteva: – Sta cambiando tutto e dobbiamo<br />

cambiare anche noi.<br />

Gli anziani rispondevano che le novità erano per i giovani,<br />

non per loro.<br />

– Il nostro scopo è restare in piedi, – dicevano, – trascinarci<br />

le quattro ossa fino al giorno che c’è stato assegnato.<br />

Quando pensiamo a cose che non comprendiamo ci<br />

duole la testa ed è un brutto segno: ai pastori il dolore alla<br />

testa viene solo al momento di morire.<br />

Invitata da don Lovicu, in casa di Pietro si presentò Lotaria,<br />

una zelante circolina, magra e alta, coi capelli rossicci.<br />

– Mi ha mandato il parroco per parlare con Pietro, –<br />

disse a Giovanna.<br />

– Pietro non c’è, di’ pure a me.<br />

– Riguarda lui, – continuò Lotaria, scrutando il viso<br />

impassibile di Giovanna.<br />

– Se vuoi parlare, le cose di Pietro sono anche mie, –<br />

rispose Giovanna perdendo la pazienza.<br />

– È per la cooperativa, vostro figlio vuole insistere; voi<br />

dovete convincerlo, dirgli che se ne stia lontano, è la tentazione<br />

che lo spinge: dietro la cooperativa ci sono i nemici<br />

della famiglia, i nemici della Chiesa, i nemici di Dio.<br />

don Lovicu ne è molto dispiaciuto.<br />

Giovanna guardava il viso legnoso di Lotaria e non<br />

provava nessuna tenerezza per lei.<br />

– Ringrazia don Lovicu per i suoi consigli, e rassicuralo<br />

che Pietro non fa male a nessuno, anzi...<br />

Lotaria insistette ancora, dicendo che don Lovicu aveva<br />

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