You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
XI<br />
Annanghelu non riusciva a calmarsi, era come se lo addentassero<br />
i cani. Raggiunse nuovamente Pietro e gli chiese<br />
di trattenersi ancora un po’.<br />
– Andiamo alla bettola di Maria Gattu, – disse, – ho<br />
bisogno di bere.<br />
– Io no, – rispose Pietro.<br />
– Non lasciarmi solo, altrimenti prendo a pugni tutti<br />
quelli che incontro.<br />
– C’è la camicia di forza per gli agitati, – ribatté Pietro,<br />
cercando di svincolarsi dalle mani di Annanghelu che<br />
gli stringevano nervosamente il braccio.<br />
– Neanche un bicchiere di vino accetti, in galera la<br />
gente ha più cuore.<br />
Parlava singhiozzando e ogni tanto era scosso da brividi<br />
che lo facevano tremare tutto. Pietro ne ebbe compassione<br />
e si avviò con lui.<br />
Maria Gattu i clienti li legava senza fune, come dicevano<br />
gli altri bettolai. I giovani non li lasciava andare via<br />
fino a quando non avevano speso in vino l’ultima lira e,<br />
salutandoli, si faceva promettere che sarebbero tornati<br />
presto da lei. Per rinsaldare di più i legami faceva anche<br />
credito, se riteneva di potersi fidare. Nella bettola angusta,<br />
col soffitto basso e le pareti rosicchiate, il viso delicato<br />
e gli occhi grandi di Maria risaltavano di più. Ma ciò<br />
che incantava i bevitori erano i suoi capelli neri e le camicette<br />
pulite e ben modellate sul petto. Quando Pietro<br />
e Annanghelu entrarono nella bettola, Maria Gattu li accolse<br />
con un sorriso. Altri giovani facevano ressa davanti<br />
60<br />
al bancone, ma lei sembrò rivolgere tutta la sua attenzione<br />
ai nuovi arrivati.<br />
– Non ti piace più il mio vino, Pietro Chessa? – disse<br />
a voce alta. – Quando cantavi qui la gente correva ad ascoltarti.<br />
Pietro salutò gli atri giovani e, senza dare troppo peso<br />
alle parole di Maria Gattu, rispose: – Canti tu meglio di<br />
me, peccato che non cambi mai canzone.<br />
Annanghelu Manza ordinò un litro di vino nero. Maria<br />
Gattu lo versò nei bicchieri e tutti bevettero augurando<br />
ad Annanghelu di stare lontano dalla galera almeno<br />
per un pezzo. Consumato il litro di Annanghelu, ciascuno<br />
volle offrire il suo litro, com’era usanza, e Maria Gattu<br />
versava il vino sorridendo e scherzando ora con questo,<br />
ora con quello. Appoggiato alla parete beveva anche Pietro.<br />
Parlava poco e sentiva salirgli fino alla testa un caldo<br />
piacevole che sembrava sciogliere tutte le amarezze della<br />
vita. Anche Annanghelu era meno teso ora e riusciva a<br />
scherzare, con Maria Gattu soprattutto.<br />
– Cantiamo, leviamo un tenore – egli disse bevendo<br />
un altro bicchiere.<br />
– Sì cantate, – soggiunse Maria Gattu, – ma è meglio<br />
in poesia: chi se la sente contro Pietro Chessa?<br />
Tanto per far numero si offrì Gavino Mariane, che<br />
qualche rima la trovava.<br />
– Vi offro un litro di vino, – disse ancora Maria Gattu,<br />
per incoraggiare i canti.<br />
Pietro aveva le idee confuse, le voci dei compagni gli<br />
giungeva trasfigurate e quasi irriconoscibili. Le gambe e<br />
le braccia se le sentiva disarticolate e se sollevava la mano<br />
per aggiustarsi il berretto stentava a trovare la testa.<br />
61