14.06.2013 Views

Greggi d'ira - Sardegna Cultura

Greggi d'ira - Sardegna Cultura

Greggi d'ira - Sardegna Cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Si allontanò con le mani sprofondate nelle tasche e la<br />

testa china, senza ascoltare Pietro che insisteva: – Se anche<br />

noi attendiamo i miracoli, niente cambierà mai.<br />

Tacquero tutti. Intanto il fuoco si era spento e nel recinto<br />

tornò il buio.<br />

XV<br />

Verso mezzogiorno tornarono Lillinu e Mario, sorridenti.<br />

Il silenzio di tutti sottolineò l’ansia di sapere. Lillinu<br />

salì su un sasso e mostrò alcune carte arrotolate.<br />

– Ecco il decreto dei contributi, – disse, – ora sfogheremo<br />

la nostra rabbia contro la terra, la costringeremo a<br />

renderci ciò che per secoli ci ha negato, – e agitava quelle<br />

carte come un’arma. Avevano ottenuto anche una diffida<br />

per liberare le terre delle valli ed erano in arrivo due<br />

ruspe e quattro trattori, presi a nolo. Qualcuno voleva sapere<br />

perché tutto ciò non era stato concesso prima.<br />

– Perché solo ora abbiamo trovato il punto d’appoggio<br />

per la nostra leva, – rispose Mario.<br />

Lillinu propose di sgomberare subito e di ritornare in<br />

paese: c’erano da decidere tante cose.<br />

Rimossi i sassi, i rovi e i tronchi, finalmente le strade<br />

furono libere. Gli automezzi si mossero uno dopo l’altro<br />

con rombi assordanti, e i pastori, battendo le mani, fecero<br />

sorridere gli autisti.<br />

Il maresciallo con i carabinieri era già rientrato.<br />

Lillinu al Comune tirò fuori i progetti, i programmi e<br />

tutti gli studi sui lavori da compiere. Si fece portare l’elenco<br />

dei disoccupati e formò subito due squadre: una per le<br />

256<br />

terre di Erthole e l’altra per le terre di Montes. Come capi<br />

cantiere scelse Mario e Gianni. Pietro e Nasciu furono assegnati<br />

alla squadra di Mario. A sera era già tutto deciso.<br />

Pietro rientrò a casa, non dormiva da due notti.<br />

– È tutto finito? – gli chiese Giovanna, dominando<br />

l’ansia che l’agitava.<br />

– Forse possono cambiare molte cose, – rispose lui, togliendosi<br />

la giacca, – domani vado a lavorare.<br />

Giovanna disse ch’era arrivata una lettera e Pietro si<br />

portò al centro della cucina, sotto la lampada, per leggere.<br />

«...Santana anche per me è una grande prigione» scriveva<br />

Gemma. «Conto i giorni, ma tu non vieni. Portami<br />

via di qui, non importa se ancora non hai trovato un lavoro,<br />

imparerò a cuocere il pane come tua madre».<br />

– Come sta Gemma? – chiese Giovanna, che aveva seguito<br />

attentamente l’espressione del viso di Pietro.<br />

– Vuole venire a stare con noi.<br />

– Dev’essere una buona ragazza, – commentò Giovanna.<br />

Pietro si mise la lettera nel portafoglio, accuratamente<br />

piegata; gli era passato il sonno e la stanchezza, e non<br />

aveva più freddo, anzi sentiva un tepore per tutto il corpo,<br />

come se Gemma fosse lì e lui le parlasse e la stringesse<br />

fra le braccia e cercasse affannosamente la sua bocca calda<br />

che tante volte aveva baciato. Ora che aveva un lavoro<br />

si sentiva il cuore pieno di speranze, poteva abbandonarsi<br />

anche a sognare. Giovanna spense la luce: anche lei aveva<br />

vegliato per tre notti davanti al forno. Ma non ci fu riposo.<br />

Poco dopo bussarono alla porta.<br />

– Chi è? – gridò Giovanna alzandosi di soprassalto.<br />

– L’Arma! – rispose una voce dura.<br />

257

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!