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vano nel proprio paese a bere insieme un bicchiere del loro<br />
vinello. Poi, senza dir niente, vergognandosi molto, gli<br />
mettevano un biglietto da mille in mano e andavano via.<br />
Pietro rimaneva così, imbarazzato e commosso dalla delicatezza<br />
di quella gente che sembrava tanto rude. Gli impiegati<br />
andavano via senza dire niente: i bagni, l’assistenza<br />
e la sollecitudine di Pietro erano dovuti. Era molto se<br />
non manifestavano il loro malcontento a Lidia, la quale<br />
qualche volta li ascoltava e riusciva anche a chiedere loro<br />
scusa, altre volte invece montava sulle furie e li stroncava<br />
dicendo che nei prezzi dimezzati che pagava la mutua non<br />
era compreso il mugugno.<br />
Quando andò via il commendatore Scarani la vita del<br />
paese si fermò: s’era sparsa la voce dei grandi progetti e<br />
tutti uscirono dalle case a vedere il milanese ricco, il suo<br />
prete e la sua macchina lunga e lucida.<br />
Scarani nell’albergo cercò di scherzare con Lidia, che<br />
quella volta aveva un po’ di luna; il commendatore sembrò<br />
non dare gran peso all’umore di Lidia e continuò a<br />
scherzare allungando le mani ormai completamente guarite.<br />
Pagò il conto suo e quello del prete e fece scendere<br />
Pietro, al quale disse: – Ti attendo a Milano col muratore<br />
panzone, con rispetto parlando, – disse dando una manata<br />
al prete. – Mi hai lasciato troppe volte solo in quelle<br />
buche schifose, – continuò rivolgendosi a Pietro, – ma mi<br />
sento bene... – e tirò fuori il portafoglio.<br />
– Ecco, bevi alla mia salute! – esclamò e gli mise nella<br />
mano un biglietto da mille. Salutò tutti con ampi gesti.<br />
Prima di uscire disse a Lidia: – Tu non mi hai voluto<br />
bene...<br />
– Non le ho fatto mancare niente, – rispose lei pronta:<br />
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– razione abbondante di fieno, lenzuola pulite... e l’ho<br />
guarita.<br />
Il commendatore minacciò scherzosamente agitando<br />
la mano. Anche il prete salutò, ma nessuno si accorse di<br />
lui; tutti gli sguardi e tutte le orecchie erano per il commendatore.<br />
Pietro tornò nel fienile. Tutto ciò che aveva detto e fatto<br />
il commendatore gli aveva dato molto fastidio. Quante<br />
pretese! Parlava sempre lui, gli altri non li ascoltava,<br />
come e non esistessero.<br />
Il fieno fresco che Pietro gettava dentro gli steccati rimaneva<br />
rigonfio e lasciava passare l’aria: così non avrebbe<br />
mai fermentato, bisognava stiparlo, pestandoci sopra coi<br />
piedi. Pietro saltò nel primo steccato e cominciò a pigiare;<br />
le gambe affondavano, ma quando il fieno prese consistenza<br />
e diventò più elastico, lui, anziché muovere i piedi a uno<br />
due, come nella marcia, incominciò una danza, saltellando<br />
da un punto all’altro. Nel camerone c’erano vapori ora, il<br />
caldo covava sotto. La porta che dava nell’andito si aprì.<br />
Pietro, convinto che fosse stata una corrente d’aria, rimase<br />
sorpreso quando vide Lidia appoggiata alla porta richiusa.<br />
– Siete voi? – disse meravigliato, senza smettere di pigiare.<br />
Col passo leggero d’un felino, Lidia si avvicinò allo<br />
steccato e prese una manciata di fieno; da quando c’era lui<br />
non era mai entrata nel fienile.<br />
– È troppo asciutto, – disse sbriciolando con le dita gli<br />
steli più secchi.<br />
Pietro, continuando a saltellare, rispose che bastava<br />
pressarlo bene, avrebbe fermentato subito.<br />
– Ti diverti? – chiese lei vedendolo danzare così.<br />
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