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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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Il maresciallo era irremovibile. Don Fancello cercò di<br />

dire che quel provvedimento turbava la coscienza della<br />

gente, proprio ora che cominciava a sperare.<br />

– Quelli in stato di fermo sono gli elementi più pericolosi,<br />

– rispose il maresciallo, – ma c’è una denuncia per<br />

tutti, voi compresi. Nessuno potrà impedirmi di fare il<br />

mio dovere.<br />

– La collera può spingere ad azioni irreparabili, – disse<br />

Lillinu.<br />

– Sono pronto a tutto, – fu la risposta del maresciallo.<br />

– Sono uomini che domani devono andare a lavorare.<br />

– Non m’interessa niente.<br />

– Chiamiamo al telefono il comando.<br />

– Da qui no.<br />

– Questo è un tronco, non un uomo! – esclamò Lillinu<br />

alla fine.<br />

– Sono un militare, – gli gridò il maresciallo, – risponderà<br />

anche di quest’oltraggio.<br />

Il clamore della folla aumentò quando don Fancello e<br />

Lillinu uscirono senza i prigionieri. Molti volevano dare<br />

l’assalto alla caserma, ma don Fancello si mise davanti al<br />

portone, spalancando le braccia come un cristo.<br />

– Fatevi sentire, ma senza violenza, – gridava.<br />

Lillinu corse al Comune per telefonare alle autorità.<br />

Nicolina, la sorella di Nasciu, raggiunse il portone e<br />

cominciò a bussare con una pietra.<br />

– Vado io a liberare mio fratello, – urlava.<br />

Don Fancello era impaurito, la furia di quella gente<br />

l’aveva scatenata lui.<br />

– Per l’amor di Dio, – gridava, – calmatevi, attendete<br />

che ritorni il Sindaco.<br />

262<br />

Ma la sua voce era debole e la folla sentiva solo il suono<br />

delle campane, sempre più martellante.<br />

Arrivò Lillinu e disse che il comando di Nuoro aveva diramato<br />

l’ordine di rilasciare immediatamente tutti i prigionieri.<br />

XVI<br />

Solo le donne e i ragazzi rientrarono subito a casa, gli<br />

uomini continuarono a discutere.<br />

– Tutti insieme possiamo cambiare la notte in giorno,<br />

– disse Merzioro Anzellu che sembra più alto in quella<br />

notte di tumulti. Nasciu scherzò sulla paura che gli aveva<br />

fatto il maresciallo quando gli aveva letto tutti quei capi<br />

d’accusa. Accompagnarono don Fancello a casa, con<br />

una gran voglia di portarlo in trionfo. Gli augurarono la<br />

buona notte e vollero accompagnare anche Lillinu, che<br />

appariva molto stanco. Nasciu gli disse che l’avrebbe fatto<br />

sindaco a vita.<br />

– Con un altro Sindaco tutto andrebbe meglio, forse,<br />

– rispose Lillinu.<br />

– A noi sta bene così, – soggiunse Pietro, – ormai abbiamo<br />

imparato a mostrare i pugni.<br />

Lillinu, rivolto al fratello, disse: – Perché non ci offri<br />

un bicchiere del tuo vino?<br />

– È tardi, – rispose Bustianu.<br />

– Lasciamo la porta chiusa e nessuno si accorgerà di<br />

niente, non aver paura.<br />

Entrarono senza far rumore e bevvero avidamente il<br />

vino conservato per le grandi occasioni.<br />

Alle sei del mattino, quelli che dovevano recarsi a Erthole<br />

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