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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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VIII<br />

Alla traversa, Pietro e Nasciu scesero dal camion con<br />

alcuni attrezzi: un’accetta, un badile e una piccola leva<br />

d’acciaio. Anche Mario saltò giù: – Vi do una mano.<br />

Nasciu, scherzando, gli disse: – Tu mi piaci, non sembri<br />

neanche un istruito.<br />

Mario sorrise e sollevando la leva in alto declamò: –<br />

Datemi un punto d’appoggio e vi sollevo il mondo. – Poi,<br />

rivolto a Nasciu, chiese: – Sai chi ha detto queste parole?<br />

Non importa sapere chi le ha dette, è una verità e basta.<br />

Gli altri si guardarono in faccia, senza dire niente.<br />

– Se dobbiamo romperci il collo, tutti insieme dobbiamo<br />

andare, – gridò Bellinu, saltando anche lui dal camion.<br />

– E sia! – gridarono gli altri, e in poco tempo tutti saltarono<br />

a terra.<br />

– Cosa dobbiamo fare? – chiese Chircu Calia, che sembrava<br />

aver riacquistato il vigore di quando domava i cavalli<br />

senza fune.<br />

– Ora decideremo insieme, – rispose Mario.<br />

Anche Lillinu era saltato giù, ma Pietro gli disse che lui<br />

doveva andare in paese, insieme a qualche altro, per avvisare<br />

le donne e le autorità. Decisero di mandare le pecore all’ovile<br />

più vicino, col camion di Saverio. Altri cinque pastori,<br />

fra i più anziani, andarono con Lillinu. La traversa, dove<br />

s’innesta la strada per il paese, era a metà costa del colle Mache.<br />

Gli sbarramenti da fare erano tre. Occorrevano pietre,<br />

qualche tronco d’albero e siepi. In cima al colle c’era una rada<br />

pineta, attorno alla statua della Madonnina: Pietro e Na-<br />

224<br />

sciu abbatterono senza pietà i pini più robusti e li trascinarono<br />

sulla strada. Altri pastori smossero le pietre d’un rocciaio<br />

e le fecero rotolare sullo spiazzo della traversa. Poi prepararono<br />

fascine di corbezzoli, di eriche, di lentischio, e<br />

grossi gomitoli di rovi spinosi. Nessuno parlava. Si sentivano<br />

i fruscii dei gambali tra le frasche, gli schianti degli arbusti<br />

abbattuti coi piedi e i tonfi dei massi che rotolavano.<br />

Al ronfo d’un motore tutti si fermarono col fiato sospeso.<br />

Poteva essere la camionetta dei baschi in perlustrazione.<br />

Le barriere non erano ancora innalzate. Era solo Saverio<br />

che rientrava da Ozastru. Pietro gli si avvicinò e gli<br />

disse di tornare in paese e tenere il camion a disposizione.<br />

I grossi pini furono distesi di traverso, due per ogni<br />

strada, con le chiome schiacciate dai massi più pesanti Sopra<br />

i pini furono ammucchiate le fascine e i rovi. I rami<br />

più robusti e frondosi furono piazzati al centro della barriera,<br />

fra un sasso e l’altro. Alla fine, stanchi e sudati, i pastori<br />

si accovacciarono dietro gli sbarramenti, divisi in tre<br />

gruppi. Ogni tanto proveniva dal paese qualche rumore<br />

confuso; i pastori tendevano le orecchie trattenendo il respiro.<br />

Dovevano starsene ben nascosti dietro i muretti, i<br />

baschi, presi dalla paura, potevano sparare alla cieca. Era<br />

già passata la mezzanotte e non era ancora transitato nessuno.<br />

Bisognava mantenere la calma, qualunque cosa accadesse.<br />

C’era freddo e i pastori si calcarono i berretti fin<br />

sulle orecchie e si rialzarono i baveri delle giacche attorno<br />

al collo. Nasciu cercò di scherzare e poi di cantare.<br />

– Lasciamo stare i canti, – disse Pietro deciso.<br />

– Hai paura anche tu!<br />

– Il blocco d’una strada non è una partita alla morra.<br />

Nasciu non disse più niente. Solo qualche colpo di tosse<br />

225

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