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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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disperati, con le bisacce semivuote, andavano a scuotere<br />

l’indifferenza del mondo.<br />

Era settembre inoltrato, ma l’aria era pesante. Giù, verso<br />

il mare, le valli e i colli erano sommersi da veli grigiastri,<br />

come se la terra si dissolvesse in vapori.<br />

Le donne e i vecchi li avevano salutati nella piazza.<br />

– Portate qualche buona nuova, – avevano detto, senza<br />

illudersi.<br />

All’ultimo momento era arrivato anche don Fancello e aveva<br />

benedetto gli uomini e le bestie, esortando tutti alla calma.<br />

– Buona fortuna, figlioli, – aveva detto, – non avete bisogno<br />

di usare violenza, i cieli dovrebbero schiudersi davanti<br />

a voi.<br />

Nel camion c’erano anche Lillinu Satta e Mario Tola. Il<br />

maresciallo aveva chiesto ordini. Dal comando l’avevano<br />

esortato alla prudenza, i politici erano pronti a saltare addosso,<br />

bastava che ci scappasse un solo morto per scatenare<br />

il pandemonio.<br />

Il viaggio durò cinque ore, ma nessuno si lamentò del<br />

disagio. Le pecore, sballottate da una parte all’altra, non<br />

avevano forze per belare; i pastori non avevano voglia di<br />

parlare. Qualcuno chiese cosa si doveva fare a Cagliari.<br />

– Decideremo lì, – rispose Lillinu, corrugando la fronte.<br />

Anche le pianure del Campidano erano arse, ma c’erano<br />

ancora le stoppie per saziare le greggi.<br />

– Qui vengono a svernare i pastori di Fonni, – disse<br />

Nasciu, indicando distese giallastre, che all’orizzonte si<br />

confondevano col cielo.<br />

– Sì, quelli che hanno le tanche, – rispose Pietro, –<br />

sembrano terre fertili queste, basta un po’ d’acqua.<br />

Li fermò la stradale e voleva fare il verbale perché<br />

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Gino non era autorizzato al trasporto delle persone.<br />

– L’abbiamo pregato noi, – disse Pietro facendosi avanti,<br />

come se volesse addossare su di sè ogni colpa, – lo fa<br />

per un favore, non avevamo altro mezzo.<br />

Gli agenti guardarono dentro il camion di Saverio.<br />

– I documenti di queste bestie! – chiesero minacciosi.<br />

Ciascun pastore mostrò il suo bollettino e Lillinu spiegò<br />

le ragioni di quel viaggio. Si consultarono fra agenti,<br />

poi il capo disse: – Potete andare, se incontrate un’altra<br />

pattuglia non ve la scampate, e a te sospendono anche la<br />

patente, – soggiunse puntando l’indice su Gino.<br />

Alle porte di Cagliari tre camionette della polizia li<br />

scortarono a distanza. Lillinu fece fermare i camion nello<br />

spiazzo davanti alla stazione ferroviaria. I pastori scaricarono<br />

le pecore. Anche gli agenti scesero dalle camionette.<br />

C’era molto traffico a quell’ora, le auto sfrecciavano veloci<br />

e nessuno sembrava far caso ai pastori, che intanto si erano<br />

caricate le pecore sulle spalle e avevano invaso la carreggiata.<br />

Le macchine si dovettero fermare. La gente che assiepava<br />

i marciapiedi si divertì a guardare lo spettacolo di quella<br />

strana sfilata. I pastori, coi loro velluti stinti, camminavano<br />

senza parlare, tenendo ben ferme le pecore sul collo.<br />

– Dev’essere qualche gruppo folkloristico, – commentava<br />

la gente, – forse sono i Mamuthones...<br />

Due giovani turisti, con la barba lunga e strane catene<br />

al collo, impazzirono di gioia quando videro i pastori.<br />

– Favoloso! – esclamò uno dei barbuti, correndo a<br />

mettersi davanti al gruppo con la cinepresa.<br />

– I sopravvissuti dell’età nuragica – fece eco l’altro, armato<br />

di sola macchina fotografica.<br />

– Mi faccio un primo piano, – gridava quello dalla ci-<br />

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