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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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sbagliate, non sembriamo neanche fratelli. Ora vado.<br />

– Ricordati di Zenosu, – gli gridò Pascaleddu.<br />

Pietro non rispose e ridiscese verso il canale.<br />

XIII<br />

I pastori che tornavano dal carcere scendevano dalla<br />

corriera timidi e incerti, apparivano trasformati anche nel<br />

modo di camminare e nel parlare. La gente correva loro incontro<br />

per gridare il consueto augurio: «un’altra fra cento<br />

anni», «questa sia l’ultima». Distinguere gli innocenti dai<br />

colpevoli non aveva senso, si sapeva che la giustizia colpiva<br />

alla cieca. Il carcere era la disgrazia più grossa, poteva<br />

toccare a tutti, bastava poco per finire in prigione: un bollettino<br />

dell’abigeato alterato, uno sconfinamento nei pascoli<br />

altrui, un coltello in tasca non denunziato. C’erano<br />

anche i fatti clamorosi, ma quelle erano vicende regolate<br />

dal destino che travalicava la volontà degli uomini. Quando<br />

tornavano in libertà i carcerati non avevano più niente,<br />

ma gli altri pastori non negavano un capo di bestiame a<br />

chi voleva ricomporre un gregge disperso. Spesso l’iniziativa<br />

la prendeva Zenosu Manca o Portolu Nanìo, ch’erano<br />

stati in prigione anche loro, ma ora avevano tanche, greggi<br />

e molto ascendente sui pastori. Così era accaduto quando<br />

era rientrato Alessio Berria, ex ufficiale dell’abigeato,<br />

condannato a due anni di carcere. Berria non aveva mai<br />

avuto un gregge, né aveva mai fatto il pastore, ma Zenosu<br />

se l’era presa a cuore.<br />

– Compare Alessio merita, – diceva, – ciascuno di noi<br />

gli deve qualcosa.<br />

74<br />

Berria andava in chiesa la domenica e suonava l’organo<br />

cantando. Per tutta la settimana poi, al Comune, svolgeva<br />

con zelo i suoi compiti di ufficiale dell’abigeato.<br />

Aveva iniziato a sistemare qualche bollettino non in regola<br />

con compare Zenosu, poi anche con compare Portolu<br />

ed era diventato espertissimo nel fare passaggi di bestiame<br />

da un bollettino all’altro. La sua «arte» l’aveva<br />

portato a far figliare gli agnelli, i montoni, i tori e gli<br />

stalloni; oppure a moltiplicare i parti delle femmine per<br />

due o anche tre volte all’anno. Davanti al giudice aveva<br />

giurato, protestandosi innocente come «Maria Vergine»,<br />

ma la condanna gli era arrivata ugualmente. Al suo ritorno<br />

Portolu e Zenosu avevano sparso la voce: – Compare<br />

Alessio vuole parare e noi offriamo una vacca pregna.<br />

Erano state raccolte due vacche, quattro vitelli e trecento<br />

pecore; anche i pastori che non dovevano nulla a<br />

Berria avevano dato il loro contributo per non far torto a<br />

Zenosu e a Portolu.<br />

Giovanna aveva incoraggiato Pietro.<br />

– Tenta, – gli aveva detto.<br />

– Ma io non sono tornato dal carcere, sono stato solo<br />

derubato.<br />

– Un rifiuto non è la fine del mondo.<br />

– È vero, ho fatto l’abitudine, – aveva commentato<br />

amaramente Pietro.<br />

Arrivato alla casa di Zenosu esitò davanti a quella specie<br />

di fortezza, protetta da due portoni di ferro sprangati<br />

e un muro di cinta altissimo, col colmo a schiena di pesce<br />

cosparso di vetri aguzzi.<br />

Quando il grande spiazzo era ancora aperta campagna,<br />

Luigi lo scalpellino aveva tentato di costruirvi una picco-<br />

75

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