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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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Si avviò verso la piazza del mercato, ancora rosso di<br />

rabbia, e si scervellava per capire come mai il maresciallo<br />

avesse pensato proprio a lui. Gli sembrava di sentirsi diverso<br />

ora, di avere qualcosa che lo additava alla gente. Davanti<br />

alla bettola di Cesarino qualcuno lo chiamò.<br />

– Pietro, vieni, un bicchiere. – Era Nasciu Pala, appoggiato<br />

alla porta della bettola.<br />

– Non mi va oggi, – rispose continuando a camminare.<br />

Nasciu lo raggiunse.<br />

– Dove stai andando?<br />

– A fare passi, così.<br />

– Vengo con te allora, anche a me non piace stare in<br />

quella bettola.<br />

– Come vuoi.<br />

Nasciu disse che nella bettola Peppe Carai stava offrendo<br />

da bere a tutti per la nuova taglia di Annanghelu<br />

Manza: dieci milioni.<br />

– Ora siamo a posto, – commentò amaramente Pietro,<br />

– non ci manca più niente.<br />

– Però, dieci milioni sono tanti, – soggiunse Nasciu<br />

con aria stupita. – Gli hanno messo anche una canzone; i<br />

ragazzi, a dispetto, vanno a cantarla davanti alla caserma<br />

di sera; qualche volta me la canto anch’io. Ti piace la canzone<br />

di Annanghelu?<br />

– No. Niente e nessuno mi piace, – sbuffò Pietro.<br />

– Saniette e candore! Un verro sembri... Un po’ d’invidia<br />

per Annanghelu però io ce l’ho... Parlano tutti di<br />

lui, come se fosse l’eroe dei due mondi. Tu no?<br />

Pietro cercò di sorridere per far capire a Nasciu che<br />

non ce l’aveva con lui.<br />

– Siamo tutti banditi, – gli rispose, – una parte della fa-<br />

200<br />

ma di Annanghelu toccherà anche a te, stai tranquillo. Ma<br />

forse lo invidio anch’io, lui il coraggio di ribellarsi l’ha avuto.<br />

Camminarono verso l’abbeveratoio, in silenzio. Ormai<br />

avevano poche cose da dirsi, si erano detto tutto i primi<br />

giorni. Pietro aveva parlato di Santana, senza amarezza,<br />

con rimpianto quasi; Nasciu aveva raccontato di Albino,<br />

maledicendo il maresciallo di quel paese che l’aveva fatto<br />

disperare. Ora tacevano quando s’incontravano, ma provavano<br />

piacere a stare insieme.<br />

– T’ha chiamato anche oggi il maresciallo? – chiese<br />

Nasciu.<br />

– Sì, – rispose Pietro arrossendo.<br />

– Ma ci fai l’amore con quello lì? – chiese ancora Nasciu,<br />

come se sapesse.<br />

– Si vede che gli piaccio, – si limitò a dire Pietro.<br />

Ci fu ancora una pausa. Ogni tanto incontravano qualcuno<br />

e si scambiavano un breve saluto. Nel paese incominciava<br />

a cadere il silenzio triste della sera.<br />

– Cosa voleva oggi? – riprese Nasciu, tanto per dire<br />

qualcosa.<br />

Pietro si trovò a disagio.<br />

– Quello che vuole da te quando ti chiama, – rispose,<br />

cercando di lasciar cadere l’argomento.<br />

– Non mi chiama più ormai.<br />

– Si vede che ti considera già convertito, io invece...<br />

– Quando parla con me si adira troppo, dice che gli rido<br />

in faccia e non è vero. – Nasciu conservava ancora l’ingenuità<br />

dei ragazzi, ma nel suo sguardo e nel suo sorriso<br />

c’era qualcosa d’impertinente che indisponeva sempre il<br />

maresciallo.<br />

Vicino al lavatoio incontrarono Mario e Gianni. Anche<br />

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