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suo figlio emigrato non scriveva più: ciò che attendeva era<br />
vago, lei stessa aveva paura d’indagare, ed era sempre presa<br />
da un’ansia e da un turbamento che la facevano star male.<br />
Doveva andare a Cadine, per macinare il granturco.<br />
Pietro volle accompagnarla, ma lei gli concesse solo di arrivare<br />
fino alla croce di San Rocco, per non oltrepassare il<br />
confine del paese. Si avviarono lentamente, lei sembrava<br />
voler bere a piccoli sorsi il piacere di quella compagnia.<br />
Ogni tanto si fermavano. Pietro posava il sacco e si sedeva<br />
sul ciglio della stradicciola.<br />
– Se non avessi incontrato voi... – disse lui a un certo<br />
punto, volendo esprimere in qualche modo la sua riconoscenza.<br />
– Anch’io ho il mio interesse.<br />
– Interessata voi? No... come una madre... anzi, come<br />
una sorella, siete ancora tanto giovane... – e, inavvertitamente,<br />
le sfiorò il ginocchio con la mano. Irma sentì che<br />
le saliva al viso un grande caldo e cercò disperatamente di<br />
liberare il suo collo delicato dalla stretta dell’abito.<br />
– Allora perché non riesci a darmi del tu?<br />
Anche Pietro diventò rosso. Si rimise il sacco sulle spalle<br />
e rispose: – Il voi lo diamo alle persone che si stimano.<br />
Camminarono ancora, attraverso i prati, tra filari di<br />
gelsi. Arrivati a San Rocco, Pietro le posò il sacco sul capo,<br />
cercando di distribuire bene il carico. Lei socchiuse gli<br />
occhi e assaporò sino in fondo la dolcezza di quell’istante.<br />
Pietro attese lì finché Irma non scomparve dietro il dosso.<br />
Cadine era all’imbocco della vallata, su un pianoro circondato<br />
da orti e vigne. I colli digradavano in lievi pendii<br />
e le montagne sembravano allentare la morsa che opprimeva<br />
Santana. A Irma piacevano le casette rosate di Cadi-<br />
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ne, pulite come fiori di pesco, e la gente che vi abitava. Ci<br />
andava spesso, anche per le poche spese. Il mugnaio la<br />
sbrigò subito e le suggerì di approfittare della macchina di<br />
Andrea, il muratore, che doveva recarsi a Vigolo. Lei attese<br />
sulla strada e Andrea si fermò con la sua vecchia auto,<br />
che a malapena riusciva a contenerlo. Irma si sedette al suo<br />
fianco, dopo aver sistemato la farina sul sedile posteriore.<br />
Andrea, grosso e loquace, attaccò subito discorso: parlò del<br />
suo lavoro, della sua famiglia e delle sue preoccupazioni.<br />
Ora l’aveva chiamato il medico di Vigolo, forse si potevano<br />
riprendere i lavori dell’albergo rimasto a metà.<br />
– Se non gli hanno dato il muto è affar suo, non tocco<br />
neanche il martello se non mi paga il lavoro già fatto.<br />
La costruzione era tra Vigolo e Santana: un altro albergo<br />
con lo stabilimento per i bagni di fieno.<br />
– Quando riprenderà i lavori? – chiese Irma, mostrando<br />
un interesse particolare per tutto ciò che raccontava<br />
Andrea.<br />
– Domani stesso, se mi paga. Mi ha mandato a chiamare,<br />
è buon segno.<br />
– Prima ci lavoravano parecchi muratori, – disse Irma,<br />
che ricordava bene le vicende di quella costruzione lasciata<br />
a metà, – sarà difficile trovarne ora, dopo l’emigrazione.<br />
Andrea spiegò che i lavori li poteva finire da solo, al<br />
massimo occorreva un manovale.<br />
– Un manovale c’è a Santana, – disse pronta Irma.<br />
– Tanto meglio, – rispose Andrea, – prima però bisogna<br />
che il medico sganci, è già troppo quello che ci ho rimesso.<br />
Arrivarono a Santana; Irma ringraziò Andrea e si avviò<br />
con la sua farina.<br />
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