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che bisogna rispettare e i direttori hanno il diritto-dovere<br />
di dare il loro illuminato parere. Bisogna operare razionalmente.<br />
Vi esorto a ritornare ai vostri ovili, m’impegno sul<br />
mio onore che nulla sarà tralasciato per attuare un intervento<br />
sollecito come la gravità della situazione richiede.<br />
– Ce ne torniamo con le bisacce piene di promesse, –<br />
gridò Nasciu, – e intanto le pecore muoiono.<br />
– Non ci muoveremo di qui senza aver ottenuto qualcosa,<br />
– soggiunse Chircu Calia. Mario incalzò dicendo che<br />
si sarebbero accampati là. I direttori passarono alle minacce:<br />
era una violenza l’invasione della sala, ci avrebbe<br />
pensato la forza pubblica. L’onorevole però non voleva<br />
rompere così, parlò ancora, commosso fino alle lacrime.<br />
– Sono vostro amico, – concluse, – tornate dalle vostre<br />
donne e rassicuratele, la vostra venuta non è stata vana.<br />
– Abbiamo capito, – gridò Chircu Calia, – qui possono<br />
anche piangere insieme a noi, ma non fanno niente per<br />
aiutarci.<br />
Nasciu voleva insistere, ma Pietro, prendendo la sua<br />
pecora, disse: – Andiamo via.<br />
Gli altri lo seguirono.<br />
VI<br />
Uscirono con le pecore sulle spalle. Si avvicinò il sindacalista<br />
dei minatori e chiese a Lillinu come era andata.<br />
– Hanno promesso.<br />
– Noi attendiamo da un mese.<br />
Anche gli altri pastori si ricaricarono le pecore sulle<br />
spalle.<br />
218<br />
– Che facciamo? – chiese uno.<br />
– Andiamo via, – rispose Lillinu, senza fermarsi.<br />
Rifecero la strada che avevano già percorso la mattina, in<br />
testa quelli che avevano parlato con l’onorevole. Avevano fretta<br />
di allontanarsi e allungarono il passo, un po’ sparpagliati.<br />
Tentarono d’invadere la strada, ma le automobili, suonando i<br />
clacson rabbiosamente, li ricacciarono sui marciapiedi. Gli<br />
agenti seguivano a distanza, numerosi, con gli elmetti.<br />
– Sembri un cane bastonato, – disse Nasciu a Pietro.<br />
– Il motivo c’è.<br />
– Bisognava tentare, – continuò Nasciu, quasi per<br />
consolarsi.<br />
La gente non si fermava a guardare i pastori con le pecore<br />
sulle spalle, né c’erano turisti alla ricerca d’immagini<br />
pittoresche.<br />
– È grande questa Cagliari! – Esclamò Nasciu, – e<br />
quanta gente c’è!<br />
Pietro non rispose. Ora stavano sfilando davanti alle<br />
vetrine.<br />
– Come sono piene! – continuò Nasciu, – uno come<br />
noi non sa neanche che esiste tanta roba. Non ti fa impressione?<br />
– Non tanto, – rispose Pietro.<br />
Anche gli altri pastori sbarravano gli occhi, senza fermarsi,<br />
e guardavano la gente, le donne soprattutto, vestite<br />
in modo strano con abiti corti che appena coprivano le<br />
vergogne.<br />
C’era caldo. I pastori sudavano. Le pecore rantolavano.<br />
Arrivarono alla piazza della stazione ferroviaria. Gino e Saverio<br />
non c’erano. I pastori sistemarono le pecore dentro il<br />
cassone, sulle fronde d’olivastro, e attesero i due autisti.<br />
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