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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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tra, avevano tutte il fienile sotto il tetto, e gli avvolti al<br />

piano interrato per la custodia delle bestie e degli attrezzi.<br />

Dove la strada più si restringeva, piccoli archi univano le<br />

case dei lati opposti, formando strette passerelle con balaustre<br />

di legni antichi. Fuori del paese, ai piedi del colle,<br />

fra i noccioli, e giù, sui gradoni verso Cadine, si scorgevano<br />

casette imbiancate di fresco, con tetti rossi e muri di<br />

cinta: erano le ville dei milanesi, d’inverno sempre chiuse.<br />

Pietro percorse la strada per i prati, un po’ disorientato.<br />

Il paese era silenzioso. Le porte e le finestre delle vecchie<br />

case erano chiuse, e per le strade solo qualche donna<br />

che andava alla fontana o alla bottega. Dal piccolo dosso,<br />

in prossimità dei prati, il paese apparve a Pietro come una<br />

striscia grigia serpeggiante a metà costa; il fondovalle era<br />

segnato dalla strada asfaltata, percorsa ininterrottamente<br />

da lunghe file di macchine; di fronte c’era un altro paesetto,<br />

ricacciato lì da tre laghetti ai piedi di una montagna<br />

smisurata. Rifece la strada dei prati e bussò alla porta<br />

della prima casa che incontrò. Una donna affacciandosi<br />

rispose con voce cordiale: – Chi è?<br />

Pietro tentò di spiegare che cercava un alloggio, ma la<br />

donna assunse una strana espressione e disse precipitosamente<br />

che non aveva posto. Che gente! Doveva essere il<br />

freddo dell’inverno che la rendeva così, o forse i mariti<br />

erano gelosi come i siciliani. Riprese la strada, ma non osò<br />

bussare ad altre porte.<br />

Incontrò un uomo anziano con una zappa e un rastrello<br />

sulle spalle.<br />

– Buon uomo, – gli disse, – sono forestiero, cerco una<br />

famiglia che mi prenda a pensione: sapete indicarmi?<br />

Il vecchio non si fermò, squadrò ben bene Pietro e, af-<br />

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frettando il passo, rispose: – Le case sono tutte impegnate,<br />

chiedi a Vigolo o a Terlago.<br />

– Devo rimanere in questo paese.<br />

– Allora non so, – concluse il vecchio, senza voltarsi,<br />

– c’è l’albergo.<br />

L’edificio era alto, a tre piani, con una grande scritta:<br />

«Stabilimento bagni di fieno». Pietro sospinse la porta a<br />

vetri ed entrò. Un bancone, uno scaffale pieno di bottiglie<br />

e alcuni tavolini, come si vedevano nelle normali bettole,<br />

erano gli arredi della sala stretta e lunga. Sentì uno sbattere<br />

di zoccoli e dopo un po’ comparve una giovane donna.<br />

Pietro fu colpito dai suoi occhi, grandi, chiari, penetranti<br />

come quelli dei gatti selvatici. La donna sorrise senza<br />

dire niente e il suo viso s’illuminò di un’altra luce.<br />

– Ho forse il muso sporco? – chiese lei protendendo il<br />

viso.<br />

Pietro, come incantato, disse: – No, i vostri occhi...<br />

sono puliti...<br />

– È venuto per dirmi questo? – chiese la donna. Pietro<br />

avrebbe voluto che sorridesse ancora, ma lei divenne<br />

impassibile coi suoi occhi da fiera e lui si affrettò a spiegarle<br />

che stava cercando una pensione ma che per il momento<br />

non poteva pagare più di seicento lire al giorno.<br />

– L’albergo riapre in estate, quando arrivano i bagnanti.<br />

– rispose lei senza esitare. – È difficile mettersi in casa<br />

il primo che viene, non posso consigliarle niente, non saprei<br />

proprio. Chieda in giro, qualcuno forse è disposto,<br />

non tutti la pensano allo stesso modo.<br />

Dall’interno giunse una voce: – Lidia, chi c’è?<br />

– Devo andare, – disse lei voltandogli le spalle, – però<br />

non vorrei averla scoraggiata.<br />

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