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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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non attenderti aiuto dagli altri, ciascuno pensa a sé. – Andava<br />

avanti e indietro agitando le mani.<br />

– E come rimedio mi proponi di rompermi il collo insieme<br />

a te? – gli rispose Pietro.<br />

Ma Annanghelu non disarmò: – Eri pieno d’allegria<br />

prima, scherzavi e cantavi, ora sei sempre immusonito. A<br />

me hanno dato la sorveglianza, ma per il resto: disperato<br />

io, disperato tu. In carcere ce n’era di gente avvelenata!<br />

Chi ti vuole portare a romperti il collo? È questione di<br />

fortuna, la nostra sorte può cambiare da così a così, – e girava<br />

le palme delle mani.<br />

– La tua predica non è migliore delle altre, – disse Pietro<br />

scavalcando il muretto.<br />

Annanghelu gli corse ancora dietro<br />

– Se cambi idea, domani notte sai dove trovarci.<br />

Pietro allungò il passo e lasciò Annanghelu sconcertato.<br />

Camminò a lungo, ora sfrusciando tra fitte macchie,<br />

ora infilando sentieri tra i sassi e in mezzo al bosco. Dai<br />

corbezzoli, tra le foglie lucide e dentate, pendevano a<br />

grappoli i fiori bianchi a forma di sonagli; anche le spighe<br />

delle eriche erano già pregne di polline bianco. Ma la disperata<br />

cupezza di Pietro sembrava chiusa a ogni richiamo.<br />

Stanco e sudato camminò ancora e alla fine si trovò in<br />

cima al colle di Sa Matta. Qui tutto era desolato: solo<br />

qualche ciuffo d’erba e le pietre e gli sterpi di sempre. Slegò<br />

il fil di ferro che assicurava la porta della capanna ed<br />

entrò. C’era ancora l’odore acre del fumo e un lontano sentore<br />

di cibo. Al centro le ceneri del focolare spento e lo<br />

sgabello di ferula di Pascaleddu. Pietro sentì una stretta<br />

al cuore e uscì richiudendo la porta. Passò vicino al recinto,<br />

ormai disfatto, e si arrampicò sul rocciaio degli astori.<br />

92<br />

Sui pendii dei colli vicini le greggi si muovevano lente<br />

verso la valle per la mungitura. A quell’ora anche lui, un<br />

tempo, chiamava a raccolta il gregge. Tutta la sua vita era<br />

stata un andare dal pascolo al chiuso e dal chiuso al pascolo.<br />

Anche se Tonino l’avesse preso con sé, egli non<br />

avrebbe saputo adattarsi, né baciare la terra come i manovali<br />

del cantiere di don Lovicu.<br />

Appoggiò la testa su un sasso e si addormentò...<br />

Il vento portava via le sue pecore sollevandole nell’aria<br />

e lui correva, correva senza poterle raggiungere; poi tutto<br />

il gregge si trasformava in fiocchi di neve e lui cadeva<br />

dentro un rovaio e non riusciva più a svincolarsi...<br />

Quando rientrò in paese, Giovanna gli disse che l’avevano<br />

cercato i carabinieri.<br />

– Hanno detto che ti vuole il maresciallo, per una questione<br />

che ti riguarda. Dove sei stato tutto il giorno?<br />

– Per una questione che mi riguarda hanno detto?<br />

– Sì, – rispose Giovanna.<br />

– Almeno sia! – commentò lui rischiarandosi.<br />

– Cos’è successo? – chiese ancora Giovanna.<br />

– Niente, ma se la chiamata è per quello che penso...<br />

ormai però è tardi per andare in caserma.<br />

XVIII<br />

L’indomani, per tempo, un carabiniere accompagnò<br />

Pietro in caserma.<br />

– Mi potete dire il motivo della chiamata?<br />

– Non spetta a me, è per il tuo bene.<br />

Pietro conosceva già il vecchio stabile a due piani, con<br />

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