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chiamato bandito sequestratore e lui se l’era presa col primo<br />
che gli era capitato davanti, ma gli erano saltati addosso<br />
in dieci e l’avevano pestato.<br />
Anzellu e Mastinu avevano già intestato dieci pecore a<br />
Pascaleddu per il servizio del primo anno; con i soldi portati<br />
da Santana e con i risparmi di Giovanna, Pietro era riuscito<br />
a comprarne altre dieci. Pietro ogni tanto andava<br />
all’ovile di Anzellu, per dare una mano, quando Pascaleddu<br />
doveva rientrare in paese. Seguiva il gregge svelto e attento<br />
come un tempo, ma era insofferente. Pensava a tante<br />
cose complicate e la testa non gli doleva più ormai.<br />
– Ci farebbe piacere averti con noi, ma lo vedi tu stesso<br />
come siamo, – gli diceva Merzioro Anzellu. Pietro se<br />
ne tornava in paese, sempre con quel rodio dentro. Provava<br />
quasi rimorso e cercava di scacciare tutte quelle idee<br />
che lo tormentavano di giorno e di notte, come se l’avessero<br />
condannato a cambiare il mondo. Spesso s’incontrava<br />
con Nasciu Pala, un altro pastore senza pecore, rientrato<br />
da poco dal confino, o con Mario Tola e Gianni Piras, due<br />
giovani appena diplomati, senza un lavoro.<br />
Il maresciallo ogni tanto lo chiamava in caserma, e gli faceva<br />
la predica, sforzandosi di apparire gentile, amico quasi.<br />
– Ti ci vuole un lavoro, – gli ripeteva.<br />
– Non si trova niente.<br />
Certi giorni il maresciallo lo tratteneva a lungo, parlandogli<br />
delle cose del paese e confidandogli anche dei «segreti»,<br />
come diceva lui. Ma Pietro non entrava in confidenza,<br />
da un momento all’altro si attendeva la stoccata, come<br />
la volta del confino. Nino Monne era scomparso già da<br />
un anno. Avevano fatto venire anche i cani poliziotti, ma<br />
di lui non si era trovata alcuna traccia. L’avevano messo in<br />
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conto al bandito Crapolu. Il paese non l’aveva pianto.<br />
Un giorno, finalmente, il maresciallo disse chiaramente<br />
ciò che voleva da Pietro.<br />
– Ci tieni a guadagnarti da vivere onestamente?<br />
– Non cerco altro.<br />
Il maresciallo per un po’ cambiò discorso. Tornò alla<br />
carica dopo.<br />
– Voglio aiutarti, te lo do io il modo.<br />
Pietro pensò che volevano mandarlo nuovamente al<br />
confino.<br />
– Non me n’è venuto bene quando qualcuno ha cercato<br />
d’aiutarmi, – disse quasi parlando tra sé.<br />
Il maresciallo non se la prese e continuò: – Devi imparare<br />
a distinguere i veri amici. Io ti chiedo di collaborare<br />
con l’Arma, sarai compensato, protetto e farai opera<br />
della quale potrai andare orgoglioso.<br />
Pietro diventò tutto rosso, un senso di vergogna mai<br />
provato lo assalì. Cercò di dominarsi. Il maresciallo riprese:<br />
– Non dovrai fare grandi cose, qualche piccolo servigio,<br />
senza comprometterti e in tutta segretezza.<br />
Pietro si ricordò di Nino Monne.<br />
– Allora ti va? – insistette il maresciallo. – È una prova<br />
di fiducia, noi due dobbiamo dimenticare il passato.<br />
Non prendere a calci la fortuna.<br />
A Pietro sembrò che tutti gli occhi del paese fossero<br />
addosso a lui, e provò ancora vergogna.<br />
– Posso andare? – disse per tutta risposta.<br />
– Vai pure, hai tempo per pensarci.<br />
Ma Pietro non volle riflettere a lungo e, come per liberarsi<br />
da un grande peso, disse: – Meglio morto che spia!<br />
– e uscì in fretta, senza voltarsi.<br />
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