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Greggi d'ira - Sardegna Cultura

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ne sono. Non so fare altro. Ma se resto qui prenderò a pugni<br />

la gente di questo odioso paese, così sarete a posto col<br />

regolamento.<br />

Il brigadiere era preoccupato.<br />

– Non perdiamo la testa, – disse conciliante, – questa<br />

notte puoi restare ancora qui, domani continuerai a cercare,<br />

e io intanto farò un verbale per il comando. Ora vai in<br />

cucina a mangiare qualcosa.<br />

VI<br />

Nella casa del Comune si discuteva da ore e ore, senza<br />

venire a capo di niente. E dire che il Sindaco, saggio e molto<br />

istruito, ne aveva affrontato di questioni complicate. Si<br />

trattava di ben altro ora. Non c’erano precedenti in nessuno<br />

dei Comuni vicini, e bisognava trovare da soli e subito<br />

una soluzione. Pietro era la causa di tutto. La notizia era<br />

corsa come il vento: «È arrivato il bandito sardignolo, e lo<br />

lasceranno circolare nel paese». Le donne avevano chiuso<br />

porte e finestre, sobbalzando ad ogni piccolo rumore. Anche<br />

gli uomini, rientrati dai campi e dalla città, sfiniti di<br />

fatica, erano inquieti. Nel paese era sceso un grande silenzio,<br />

come molti anni prima, quando erano passati i Tedeschi.<br />

I vicini di casa si erano consultati, parlando a voce<br />

bassa: era un vero bandito, coi gambali e il berretto a visiera,<br />

come quelli che avevano fatto vedere alla televisione<br />

dell’albergo. Bisognava cacciarlo. I giornali dicevano che i<br />

banditi sardignoli erano peggio dei selvaggi, capaci di passare<br />

da una montagna all’altra, come il vento. Michelino,<br />

il Sindaco, si trovava fuori per affari. Solo quando il Beppi<br />

130<br />

aveva detto che per quella notte il bandito avrebbe dormito<br />

in caserma ci si era sentiti sollevati. L’indomani dal Sindaco<br />

andarono tutti i consiglieri, ma Michelino era già informato.<br />

Non fu una discussione, ma un vociare concitato:<br />

tutti pretendevano un rimedio immediato. Michelino, per<br />

la prima volta, si trovò nei pasticci.<br />

– Devi pensarci tu, – gli disse Felice, il più anziano dei<br />

consiglieri, – le questioni che riguardano tutto il paese<br />

tocca a te risolverle.<br />

– Prima che ci salti addosso lo accoppo, – minacciò<br />

Guglielmo, che aveva fatto due guerre e che quando c’era<br />

da menar le mani non si tirava mai indietro.<br />

Michelino cercò di spiegare che si trattava di ammazzare<br />

un uomo, e che si sarebbe andati in penale.<br />

– Ma allora che si fa? – incalzò Guglielmo.<br />

Non riuscendo a trovare altro, Michelino incominciò a<br />

minimizzare le cose, dicendo che forse si stava facendo troppo<br />

chiasso per niente, e che quel tipo era solo, e loro erano<br />

tanti, e che se si fosse azzardato a fare qualcosa, lo si sarebbe<br />

potuto accoppare senza che nessuno potesse dire niente.<br />

– Chi ce lo dice che è solo? – intervenne ancora Felice,<br />

che aveva fama di uomo astuto, – ne so molto che i<br />

suoi compari non siano già sui monti.<br />

– Più esposto di tutti è il Narciso, che ci ha i beni, –<br />

disse Aldo, un altro consigliere col viso cotto dal sole e gli<br />

occhi volpini.<br />

– Siamo tutti esposti, grandi e piccoli, – replicò Guglielmo<br />

sempre insofferente per tutte quelle ciarle che<br />

non approdavano a niente.<br />

Aldo continuò: – I milanesi non torneranno più e le<br />

case resteranno sfitte. Il Narciso dice che ci devono pen-<br />

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