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Rapporto sullo Stato dell’<strong>Ambiente</strong> Comune di <strong>Pesaro</strong><br />
Presentazione:<br />
Le problematiche gestionali e strategiche nel campo dei rifiuti nel Comune di <strong>Pesaro</strong> sono le stesse<br />
riscontrabili ad oggi a livello di Italia Centrale:<br />
• crescita annua costante della produzione di rifiuti solidi urbani procapite (da 619 kg/ab anno del<br />
1999 a 647 kg/ab anno del 2001),<br />
• incidenza crescente, ma in termini assoluti contenuta, della raccolta differenziata (da 109 kg/ab<br />
anno del 1999 a 136 kg/ab anno del 2001, in termini percentuali dal 19,11 del 1999 al 22,81 del<br />
2001),<br />
• smaltimento finale in discarica senza pretrattamento,<br />
• sensibilità ambientale crescente non sempre accompagnata da identica coerenza di<br />
comportamento (crescente abbandono di rifiuti, formazione di discariche abusive sul territorio<br />
ecc.)<br />
• costi di raccolta e smaltimento crescenti.<br />
Le opzioni future necessarie per adempiere anche agli indirizzi normativi correnti saranno quelle di<br />
prevenire la produzione di rifiuti, aumentare le percentuali di rifiuto da avviare effettivamente a<br />
recupero, avviare il pretrattamento del rifiuto residuo prima dello smaltimento finale, valutare la<br />
convenienza dell’opzione recupero energetico dai rifiuti, concepire la discarica come opzione di<br />
smaltimento residuale e non esclusiva.<br />
Riferimenti normativi:<br />
Nel corso del 1997 il cambiamento del quadro istituzionale (D.Lgs. 5 febbraio 1997 n° 22, detto<br />
anche Decreto Ronchi), che recepisce le direttive comunitarie 91/156/Cee sui rifiuti, 91/689/Cee sui<br />
rifiuti pericolosi, 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio, introduce anche in Italia il<br />
principio di rifiuto innanzi tutto come risorsa che, attraverso la raccolta differenziata e il successivo<br />
impiego in impianti di trasformazione e recupero di materia e energia, ritorna nel circuito<br />
economico invece di finire in discarica o in altri impianti di smaltimento finale.<br />
Lo schema che segue illustra i sei punti cardine del «Decreto Ronchi» :<br />
1. Si affronta con misure di legge la riduzione della produzione di rifiuti.<br />
2. Si fissano obiettivi di raccolta differenziata al 15, 25, 35%, con intervalli di due anni, da<br />
raggiungere entro il 2003.<br />
3. Si istituisce un sistema per il recupero dei rifiuti da imballaggio, a carico dei produttori ed<br />
utilizzatori (senza oneri per i consumatori) attraverso il CONAI.<br />
4. Si introducono misure per il mercato dei prodotti e dei materiali recuperati dalla raccolta<br />
differenziata e per le attività di recupero.<br />
5. Si introduce la tariffa invece della TARSU, applicando incentivazioni alla raccolta differenziata,<br />
e disincentivazioni allo smaltimento in discarica.<br />
6. Si riorganizza la gestione dei rifiuti, superando la frammentazione, attraverso gli ambiti<br />
territoriali ottimali (ATO) a livello provinciale.<br />
A livello di quadro normativo regionale, in accordo a quanto previsto dagli artt. n° 19 e 22 del<br />
D.Lgs. 5 febbraio 1997 n° 22, relativi rispettivamente alle competenze delle Regioni nella gestione<br />
dei rifiuti, e ai contenuti del Piano regionale, è stato approvato il Piano Regionale per la gestione dei<br />
rifiuti per la Regione Marche (L.R. 28 ottobre 1999 n° 28), a cui è seguito l’approntamento del<br />
Piano Provinciale ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs. 5 febbraio 1997 n° 22, la cui approvazione<br />
definitiva a tutt’oggi non è avvenuta.<br />
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