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CAPITOLO PRIMO

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SEZIONE I<br />

1. LA LEGISLAZIONE BANCARIA. CENNI STORICI<br />

1.1 La tutela del risparmio nei provvedimenti del 1926<br />

L’analisi storica del settore economico-finanziario mostra come ad ogni fase critica<br />

sempre segua una riforma strutturale sotto il profilo istituzionale e sotto quello dei<br />

controlli.<br />

Il primo intervento legislativo organico nel settore si colloca negli anni del primo<br />

dopoguerra, nel corso dei quali si assiste al varo di leggi bancarie in quasi tutti i<br />

Paesi 1 . Questo fenomeno è riconducibile a due ordini di ragioni. La prima risiede<br />

nell’importanza che la funzione bancaria aveva acquisito attraverso la sua capacità<br />

di raccogliere capitali e di canalizzarli in tutti i settori della economia, ma anche<br />

nella ampiezza e nella complessità dei rapporti e dei negozi creati dalla pratica ex<br />

novo o diversificati rispetto a quelli tipici, in risposta alle mutevoli esigenze del<br />

settore. La seconda nella scarsa attenzione che alla materia era stata prestata dal<br />

diritto fino ai primi anni del ‘900, non in quanto le si riconoscesse scarso rilievo<br />

giuridico, ma piuttosto perché si riteneva che ad essa fosse convenientemente<br />

applicabile la disciplina di diritto comune, sia sotto il profilo soggettivo, essendo la<br />

figura del banchiere disciplinata dalle norme sulla generale capacità giuridica delle<br />

persone di diritto privato, sia sotto quello oggettivo, essendo le operazioni di banca<br />

ricondotte agli schemi tipici del contratto 2 .<br />

Rispetto al generale regime di libera concorrenza, una disciplina autonoma ed un<br />

penetrante controllo pubblico vigevano per il settore del credito specializzato e per<br />

la attività di emissione. Con particolare riguardo agli istituti di credito speciale<br />

1 Tra i Paesi che, nel dopoguerra, hanno disciplinato la materia bancaria, si ricordano in modo<br />

particolare la Norvegia, legge sulle società bancarie del 4 aprile 1924; l’Austria, legge sulla<br />

responsabilità delle banche del 29 luglio 1924 e la ordinanza sulla concessione dell’autorizzazione<br />

all’esercizio bancario del 17 luglio 1925; la Cecoslovacchia, legge 10 ottobre 1924; la Svezia, legge 22<br />

giugno 1911; la Polonia, ordinanza del 17 marzo 1928; l’Ungheria, ordinanza del 25 gennaio 1927; la<br />

Spagna, legge 24 gennaio 1927 e la Lituania, legge sulle imprese bancarie del 31 ottobre 1924.<br />

2 P. Greco, Corso di diritto bancario, Padova, 1935, 2. In materia di attività bancaria l’abrogato Codice<br />

di commercio dettava due norme . L’art. 3, n.11 c. comm., il quale qualificava come atti di<br />

commercio le «operazioni di banca», sicché, in forza dell’art. 8 c. comm., erano considerati<br />

«commercianti» coloro che esercitassero tali operazioni per professione abituale; e l’art. 177 c. comm.,<br />

che assoggettava le società che avessero per principale oggetto «l’esercizio del credito», all’obbligo di<br />

depositare presso il Tribunale di commercio una situazione mensile esposta secondo il modello<br />

stabilito con decreto dell’autorità governativa. Tale previsione rispondeva ad una esigenza di<br />

trasparenza e di pubblicità, in ragione della necessità di «conoscere le condizioni così mutevoli del mercato<br />

monetario, le quali hanno pure influenza notevolissima sulla produzione o sulla ricchezza nazionale ». Così<br />

chiariva Finali, Ministro di Agricoltura Industria e Commercio, nella memoria presentata ai lavori<br />

preparatori del Codice di commercio.<br />

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