Piano Sanitario Regionale 1999-2001 Toscana - Farmindustria
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PIANO<br />
SANITARIO<br />
REGIONALE<br />
TOSCANA<br />
PROMETEO – ATLANTE DELLA SANITÀ ITALIANA 2000<br />
home <br />
- a livello di distretto socio-sanitario, tramite il Coordinatore sociale di distretto, individuato nel<br />
rispetto di quanto stabilito dall'art. 20 della LR 72/97, è assicurata l'integrazione operativa tra le<br />
attività sociali e quelle sanitarie nei piani d'intervento e nella loro traduzione in percorsi assistenziali<br />
secondo processi di continuità e di verifica costante.<br />
Il responsabile di zona individua all'interno del budget zonale le risorse per gli interventi sociali<br />
avvalendosi del Coordinatore sociale di zona nel procedimento di negoziazione del budget delle<br />
strutture funzionali zonali.<br />
I Coordinatori del settore per l'assistenza sociale di zona, insieme ai responsabili delle Unità<br />
operative di assistenza sociale costituiscono lo staff del Coordinatore dei servizi sociali dell'Azienda<br />
USL.<br />
La figura del coordinatore sociale di zona coincide di norma con la figura del responsabile di<br />
unità operativa di assistenza sociale.<br />
Il regolamento aziendale definisce le interazioni tra i Coordinatori sociali di zona e le strutture<br />
organizzative professionali e funzionali.<br />
I coordinatori sociali di distretto ed i responsabili di unità funzionali costituite a livello distrettuale<br />
formano lo staff del Coordinatore del settore sociale di zona.<br />
Per l'attribuzione delle responsabilità delle strutture organizzative funzionali territoriali, in<br />
quanto afferenti ai settori dei progetti obiettivo, le Aziende USL, per quanto riguarda i profili<br />
sociali, applicano le disposizioni dell'art. 65, comma 1, della LR 72/97.<br />
Gruppo di lavoro per l'integrazione delle politiche sanitarie e di quelle sociali<br />
Al fine di supportare la Conferenza sanitaria integrata di cui all'art. 5 legge regionale 49/94 e<br />
all'art. 13 legge regionale 72/97 e la Commissione regionale per le politiche sociali di cui all'art.<br />
63 della medesima legge, nonché di assicurare livelli uniformi delle prestazioni sociosanitarie<br />
ed i necessari raccordi con le attività del settore sociale dei Comuni, è costituito un gruppo<br />
tecnico con il compito di formulare proposte per l'adozione di protocolli, atti d'indirizzo ed<br />
interpretazioni applicative e di correlazione con le normative nazionali e regionali.<br />
Il gruppo di lavoro è nominato dalla Giunta <strong>Regionale</strong> ed è costituito da:<br />
- 3 esperti delle politiche sociali dei Comuni designati dall'Anci;<br />
- 3 esperti delle politiche sanitarie e sociali designati dal Dipartimento regionale del Diritto alla<br />
salute e delle Politiche di solidarietà.<br />
Linee guida per le strutture residenziali e semiresidenziali<br />
La Giunta regionale, entro 180 giorni dall'entrata in vigore del PSR, è impegnata ad emanare<br />
linee guida per determinare un'armonizzazione della definizione dei modelli organizzativi delle<br />
strutture residenziali e semiresidenziali territoriali, riguardanti tutte le tipologie di utenza dei<br />
settori afferenti ai progetti obiettivo.<br />
Tali modelli organizzativi, con i relativi standard strutturali professionali ed assistenziali, dovranno<br />
concorrere alla esatta determinazione della spesa di competenza di parte sanitaria e di<br />
parte sociale.<br />
Gli accordi di programma<br />
Gli Enti Locali e l'Azienda USL, mediante lo strumento degli accordi di programma e/o delle<br />
convenzioni ai sensi dell'art. 14 della LR 72/97, definiscono specifici progetti che riguardino<br />
almeno le seguenti aree:<br />
- prevenzione del disagio psichico e delle dipendenze, con iniziative rivolte alla popolazione in<br />
generale, ovvero a specifiche fasce di popolazione ad elevato rischio;<br />
- occupazione e lavoro. In ogni zona devono essere attivati programmi di inserimento, sostegno<br />
o reinserimento lavorativo, anche tramite idonee iniziative di preformazione e formazione<br />
professionale, da attuarsi a livello zonale o aziendale, finalizzate a ridurre la quota di disoccupati<br />
fra i portatori di disagio;<br />
- alloggio e residenzialità. In ogni zona devono essere attivati programmi di sostegno domestico<br />
e abitativo, anche tramite la utilizzazione delle quote riservate di cui al comma 1 e le forme di<br />
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