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Piano Sanitario Regionale 1999-2001 Toscana - Farmindustria

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PIANO<br />

SANITARIO<br />

REGIONALE<br />

TOSCANA<br />

PROMETEO – ATLANTE DELLA SANITÀ ITALIANA 2000<br />

home <br />

nuovi modelli organizzativi. Linee di indirizzo alle Aziende Sanitarie." con la quale sono<br />

regolate le seguenti forme e modalità:<br />

a) foresteria;<br />

b) albergo sanitario;<br />

c) ospedale di comunità;<br />

d) erogazione di prestazioni specialistiche in diurno;<br />

e) ospedalizzazione domiciliare.<br />

Occorre superare la fase sperimentale ed estendere le esperienze maturate a tutto il territorio<br />

regionale.<br />

5. Lo sviluppo delle attività di riabilitazione territoriale di cui alla parte II, capitolo IV, lettera F,<br />

del presente <strong>Piano</strong> e di quelle di assistenza riabilitativa, in particolare nei progetti assistenziali<br />

rivolti a pazienti affetti da esiti di ictus o di fratture di femore.<br />

La Giunta regionale al fine del raggiungimento degli obiettivi sopra descritti deve, altresì,<br />

definire ruoli, responsabilità e attribuzioni degli operatori coinvolti nei progetti assistenziali,<br />

nonché modalità di integrazione e ambiti d'intervento, garantendo gli strumenti operativi, gli<br />

strumenti di valutazione, gli interventi formativi e la semplificazione delle procedure amministrative.<br />

16.3.2. I medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta, gli operatori ospedalieri, gli<br />

operatori professionali e gli operatori sociali devono essere coinvolti dalle Aziende USL per la<br />

predisposizione dei progetti di cui al punto 16.3.1., avendo a riferimento gli obiettivi e gli strumenti<br />

ivi indicati, da realizzare anche attraverso i finanziamenti di cui al punto 10.11.<br />

16.3.3. Le Aziende USL, anche in collaborazione con le Aziende ospedaliere, presentano alla<br />

Giunta regionale specifici progetti da finanziare secondo i criteri e le modalità di cui ai punti<br />

10.11 e 16.3.<br />

Tali progetti sono soggetti, previa valutazione della loro conformità agli indirizzi e obiettivi di<br />

cui al punto 16.3., all'approvazione della Giunta regionale.<br />

La Giunta regionale valuta i progetti con priorità per quelli previsti ai punti 2 e 3 del punto<br />

16.3.1.<br />

16.4 L'obiettivo è quello di realizzare in ogni Azienda, entro la vigenza del <strong>Piano</strong>, almeno una<br />

delle forme strutturate di assistenza residenziale non ospedaliera e di individuare forme per lo<br />

sviluppo dell'erogazione di prestazioni specialistiche in diurno e dell'ospedalizzazione domiciliare.<br />

La Giunta <strong>Regionale</strong> è altresì tenuta ad indirizzare la graduale crescita degli interventi di<br />

cui punti 1, 2, 3, 4 e 5 del precedente punto 16.3.1, anche attraverso lo sviluppo di progettualità<br />

mirate, prevedendo comunque:<br />

a) la specificazione della disciplina delle strutture residenziali e delle modalità assistenziali<br />

anche sulla base delle esperienze fino ad oggi maturate;<br />

b) le modalità di rilevazione delle attività erogate secondo le varie forme assistenziali previste;<br />

c) la definizione di sistemi di valorizzazione delle attività erogate.<br />

La realizzazione e lo sviluppo delle forme assistenziali sopraindicate deve necessariamente<br />

coinvolgere, oltre alla struttura interna delle aziende, anche gli operatori delle convenzioni<br />

nazionali. La Giunta <strong>Regionale</strong> è tenuta a finalizzare agli obiettivi generali della deospedalizzazione<br />

e dello sviluppo dei servizi territoriali la contrattazione di livello regionale e l'indirizzo di<br />

quella di livello locale.<br />

Per le convenzioni nazionali relative agli operatori medici, gli obiettivi generali richiamati sono<br />

perseguiti attraverso: l'assunzione da parte del medico di medicina generale della responsabilità<br />

delle procedure assistenziali; l'individuazione del ruolo rispettivo dei medici di medicina<br />

generale, degli specialisti e dei medici del distretto; la definizione delle modalità di integrazione<br />

in ambito distrettuale; la semplificazione delle procedure amministrative; lo sviluppo di modelli<br />

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