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Piano Sanitario Regionale 1999-2001 Toscana - Farmindustria

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PIANO<br />

SANITARIO<br />

REGIONALE<br />

TOSCANA<br />

4.3 Dismetabolismi congeniti<br />

PROMETEO – ATLANTE DELLA SANITÀ ITALIANA 2000<br />

home <br />

1. Il quadro di riferimento<br />

I dismetabolismi congeniti costituiscono un gruppo molto vasto di patologie. Le forme attualmente<br />

conosciute sono, infatti, oltre 400, moltissime delle quali di recente individuazione. Si<br />

tratta di un gruppo di patologie in continua evoluzione, attraverso l'identificazione di nuovi<br />

difetti enzimatici e l'introduzione di nuove metodologie diagnostiche sia biochimiche sia molecolari.<br />

Dette malattie sono dovute ad un difetto, geneticamente determinato, di uno degli enzimi che<br />

controllano le vie metaboliche dell'organismo e generano in ogni caso condizioni cliniche gravi<br />

e spesso anche mortali.<br />

Pur essendo singolarmente rare, l'elevato numero delle forme possibili, determina un'incidenza<br />

rilevante: si stima, infatti, che circa lo 0,3-0,4% dei neonati sia affetto da queste patologie.<br />

L'esordio e la gravità dei sintomi sono in relazione alla tossicità del metabolita accumulato e<br />

all'entità del difetto enzimatico. Nella maggioranza dei casi la malattia si manifesta nei primi<br />

mesi o anni di vita; nel neonato si osservano talora quadri clinici a rapida evoluzione, con ipotonia,<br />

convulsioni, coma e morte. Nelle forme a lenta progressione la sintomatologia insorge in<br />

età successive, con ritardo della deambulazione e del linguaggio, deterioramento progressivo<br />

neurologico e psichico, difficoltà nell'alimentazione, episodi di vomito ricorrente, insufficienza<br />

epatica, alterazioni scheletriche, crisi convulsive e coma.<br />

Va inoltre segnalato che, se si eccettua la fenilchetonuria, soggetta a screening neonatale secondo<br />

quanto disposto dall'articolo 6, comma 2, lettera g) della legge 104/92, la diagnosi degli altri<br />

dismetabolismi congeniti è piuttosto difficoltosa, in quanto i pazienti presentano quadri clinici<br />

molto complessi, che possono essere specificamente riconosciuti solo da medici altamente<br />

qualificati, che operano in centri specializzati, forniti di tutte le apparecchiature diagnostiche<br />

necessarie.<br />

Per tale motivo molte forme non sono diagnosticate; in fase neonatale la mancata individuazione<br />

può condurre rapidamente alla morte del neonato. In tali casi rientrano probabilmente anche<br />

alcuni eventi legati al fenomeno della SIDS, in quanto spesso l'indagine post mortem difficilmente<br />

riesce ad individuare la causa metabolica del decesso. In età successiva invece, il dismetabolismo<br />

congenito non diagnosticato determina disturbi neurologici di varia natura e gravità,<br />

spesso purtroppo irreversibili.<br />

Per quanto detto quindi, i difetti congeniti del metabolismo continuano a rappresentare un<br />

mondo sommerso e purtroppo ancora scarsamente conosciuto, la cui reale consistenza potrà<br />

essere pienamente valutata solo quando si riuscirà ad aumentare il numero delle diagnosi. Una<br />

conferma indiretta di tale affermazione deriva dal fatto che nei paesi in cui le procedure diagnostiche<br />

sono più avanzate e le conoscenze mediche in materia più diffuse, l'incidenza di queste<br />

patologie risulta maggiore.<br />

2. Finalità ed obiettivi<br />

Per migliorare la prognosi delle malattie e la qualità della vita in tali pazienti, anche al fine di<br />

evitare gli alti costi sociali conseguenti ad una ritardata e mancata diagnosi, si rende necessario<br />

che tali patologie siano precocemente riconosciute e, quando la terapia è disponibile, trattate in<br />

modo adeguato e tempestivo e in un ambiente altamente specializzato.<br />

Una diagnosi precoce e precisa è di fondamentale importanza per una adeguata prevenzione<br />

primaria nell'ambito familiare, data la possibile ricorrenza della stessa malattia in più soggetti<br />

dello stesso nucleo familiare.<br />

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