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Piano Sanitario Regionale 1999-2001 Toscana - Farmindustria

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PIANO<br />

SANITARIO<br />

REGIONALE<br />

TOSCANA<br />

PROMETEO – ATLANTE DELLA SANITÀ ITALIANA 2000<br />

home <br />

Partecipa alla valutazione della condizione di non autosufficienza e al lavoro delle unità di<br />

valutazione geriatrica - di cui alla deliberazione del Consiglio regionale n. 214 del 2.7.91 - a<br />

livello distrettuale e concorre alla definizione, all'aggiornamento e alla verifica del piano individuale<br />

di assistenza.<br />

Partecipa nell'ambito del distretto, in forma individuale o associata, alla rilevazione dei bisogni<br />

della popolazione anziana e dei dati epidemiologici, concorre alla formazione delle politiche<br />

assistenziali e alla definizione degli obiettivi generali di salute della popolazione anziana.<br />

3.4. La rete di protezione sociale<br />

La famiglia, le cooperative sociali, le associazioni del volontariato, altri soggetti del privato<br />

sociale, fanno parte del modello organizzativo del processo assistenziale verso la persona anziana<br />

e concorrono all'analisi dei bisogni, alla definizione dei piani individuali di assistenza, alla<br />

definizione delle risposte, alla gestione degli interventi.<br />

Essi operano sulla base delle indicazioni delle leggi e dei regolamenti comunali che ne disciplinano<br />

le funzioni, svolgendo compiti sussidiari ed integrativi rispetto ai soggetti istituzionali, in<br />

una ottica di collaborazione e di unità di intenti.<br />

4. Il percorso assistenziale<br />

4.1. Modalità di accesso<br />

4.1.1 Richiesta di intervento: il medico di medicina generale rivolge al distretto la richiesta di<br />

intervento. Detta richiesta può essere presentata al distretto anche dalla persona con bisogno di<br />

assistenza, o da suo familiare, accompagnata da certificazione e segnalazione di diagnosi del<br />

medico di medicina generale.<br />

4.1.2 Degenza ospedaliera: nel caso in cui, durante la degenza, emergano problemi di limitazione<br />

dell'autonomia, anche se temporanea, e si renda quindi necessaria una continuità delle cure, il<br />

medico ospedaliero attiva una consulenza geriatrica il cui scopo è di definire, al momento della<br />

dimissione programmata, uno specifico piano di intervento, sul quale è chiamato a partecipare il<br />

medico di medicina generale.<br />

4.1.3 Dimissione ospedaliera: il medico ospedaliero al momento della dimissione della persona<br />

anziana dal presidio di riferimento trasmette al medico di medicina generale dell'assistito, ed in<br />

copia al distretto, la scheda progettuale per la continuità del percorso assistenziale, di cui al<br />

punto precedente.<br />

4.2. Preselezione delle richieste<br />

Il servizio sociale compie un esame preliminare sulle richieste di accesso alle prestazioni assistenziali<br />

per determinare quali casi possono essere trattati con risposte soltanto sociali e quali<br />

invece hanno bisogno della integrazione socio-sanitaria.<br />

4.3. Valutazione delle condizioni di non autosufficienza e di particolari carichi assistenziali.<br />

Nell'ambito della U.V.G. vengono analizzati i bisogni specifici dell'utente e vengono valutate le<br />

condizioni di non autosufficienza secondo le modalità definite al punto 3.1.3.<br />

4.4. Predisposizione <strong>Piano</strong> individuale di intervento<br />

Con la partecipazione dell'interessato, della sua famiglia e degli eventuali conoscenti, vengono<br />

individuate, con i criteri della modularità e della flessibilità, le possibili risposte assistenziali più<br />

funzionali. La scelta tra l'assistenza ambulatoriale, l'A.D.I., il ricovero in residenza sanitaria<br />

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