Piano Sanitario Regionale 1999-2001 Toscana - Farmindustria
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PIANO<br />
SANITARIO<br />
REGIONALE<br />
TOSCANA<br />
PROMETEO – ATLANTE DELLA SANITÀ ITALIANA 2000<br />
home <br />
compiti nella integrazione a livello distrettuale delle attività sanitarie con quelle di assistenza<br />
sociale, di programmazione operativa e di gestione del budget.<br />
16.2 La Giunta <strong>Regionale</strong> cura lo sviluppo ed il potenziamento dei servizi territoriali alternativi<br />
ed integrativi rispetto all'assistenza ospedaliera anche attraverso lo sviluppo di strutture e modalità<br />
assistenziali innovative di cui ai punti di seguito indicati.<br />
A tale scopo sono stanziati a favore delle Aziende USL 30 miliardi di lire nel triennio (di cui al<br />
punto 10.11) per lo svolgimento di specifici progetti con le modalità di cui al seguente punto<br />
16.3.<br />
Tali somme sono utilizzate quale cofinanziamento dei progetti aziendali nella misura massima<br />
del 50% dell'importo dei medesimi.<br />
16.3 La Giunta <strong>Regionale</strong> è tenuta ad indirizzare le attività distrettuali ed il potenziamento dei<br />
servizi territoriali, avendo a riferimento i criteri direttivi di cui ai successivi punti.<br />
16.3.1. La Giunta regionale nell'emanare i criteri direttivi di cui al punto precedente persegue i<br />
seguenti obiettivi:<br />
1. L'attivazione di progetti di prevenzione e educazione alla salute. Le attività di prevenzione e<br />
educazione alla salute dovranno essere rivolte alla collettività ed ai singoli utenti, allo scopo di<br />
indurre comportamenti e stili di vita corretti, nonché orientare la domanda di servizi e prestazioni<br />
sanitarie secondo criteri di appropriatezza. Tali attività dovranno essere progettate in coerenza<br />
e a supporto della realizzazione delle azioni programmate e dei progetti obiettivo del presente<br />
<strong>Piano</strong> <strong>Sanitario</strong>.<br />
2. Il potenziamento delle attività di assistenza domiciliare integrata attraverso la programmazione<br />
di incrementi, per ciascun anno del triennio, di almeno il 10% dell'attività svolta. La progettazione<br />
di tale attività dovrà individuare il ruolo dei diversi soggetti istituzionali e professionali<br />
interessati, anche allo scopo di favorire la coerenza, la continuità e l'integrazione degli interventi<br />
in campo sanitario e sociale.<br />
3. Lo sviluppo delle cure domiciliari attraverso progetti assistenziali rivolti a:<br />
- pazienti oncologici;<br />
- pazienti affetti da AIDS;<br />
- pazienti terminali, mediante la somministrazione integrata di cure palliative e di terapia del<br />
dolore;<br />
- pazienti affetti da patologie sociali.<br />
Le Aziende USL sono tenute all'attivazione dei progetti assistenziali sopraindicati entro il<br />
triennio di vigenza del <strong>Piano</strong>, anche avvalendosi delle Aziende ospedaliere.<br />
I rapporti con le Aziende ospedaliere sono instaurati attraverso accordi che dovranno essere<br />
contenuti nei PAL e nei PAO, indicando i tempi di attuazione nell'arco del triennio di vigenza<br />
del PSR<br />
Le cure presso il domicilio del paziente oncologico dovranno essere realizzate in stretto collegamento<br />
fra i medici di medicina generale e le strutture ospedaliere preposte nell'ambito di<br />
progetti assistenziali specifici.<br />
Per i pazienti affetti da AIDS si procederà alla somministrazione delle cure sulla base di progetti<br />
che vedranno coinvolti i medici di medicina generale e le strutture ospedaliere.<br />
Per i pazienti terminali i progetti dovranno soprattutto incentrarsi su una forte umanizzazione<br />
dell'assistenza e sulla predisposizione di cure palliative e di terapia del dolore.<br />
4. La diversificazione dell'offerta assistenziale attraverso lo sviluppo di strutture e modalità<br />
assistenziali innovative. Su tale versante un contributo importante è offerto dalla disciplina<br />
recata dalla deliberazione del Consiglio <strong>Regionale</strong> 25 novembre 1997, n. 384 "Sperimentazione<br />
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