Piano Sanitario Regionale 1999-2001 Toscana - Farmindustria
Piano Sanitario Regionale 1999-2001 Toscana - Farmindustria
Piano Sanitario Regionale 1999-2001 Toscana - Farmindustria
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
PIANO<br />
SANITARIO<br />
REGIONALE<br />
TOSCANA<br />
PROMETEO – ATLANTE DELLA SANITÀ ITALIANA 2000<br />
home <br />
tiva che ha come componenti strutturali le professionalità, che vanno a costituire le unità operative<br />
facenti riferimento ai "servizi" indicati dal Decreto Legislativo 517/93, e come componenti<br />
funzionali tipologie organizzative flessibili ed interdisciplinari, in grado di modellarsi ed aderire<br />
alle specificità di ogni territorio. Sono riconducibili a queste tipologie le unità funzionali, i<br />
gruppi di progetto, i moduli tematici o per problema.<br />
Ad ogni componente organizzativa, sia essa strutturale o funzionale, è preposto un responsabile<br />
da individuarsi in base al carattere prevalentemente tecnico-operativo o organizzativo della<br />
funzione da svolgere.<br />
Obiettivo del Dipartimento è l'erogazione dei livelli essenziali e appropriati di prestazioni su<br />
tutto il territorio della unità sanitaria locale.<br />
Nel triennio il Dipartimento di Prevenzione dovrà migliorare la qualità e l'efficacia degli interventi<br />
attraverso l'adozione di un programma triennale di attività articolato per progetti, anche<br />
integrati, con riferimento alle specifiche situazioni di rischio e di danno, sviluppando un ruolo<br />
propulsivo ed attivo nei confronti di tutti i soggetti, pubblici e privati, della prevenzione.<br />
In particolare il programma dovrà prevedere:<br />
- strumenti di razionale utilizzo delle risorse al fine di assicurare il loro impiego ottimale;<br />
- sistemi di verifica di efficienza ed efficacia delle funzioni assicurate, attraverso l'individuazione<br />
di indicatori di risultato sulla base di specifici indirizzi della Giunta regionale;<br />
- valutazione analitica dell'evoluzione senza e con intervento;<br />
- valorizzazione dell'apporto di lavoro interdisciplinare, prevedendo procedure che assicurino<br />
integrazione programmatica ed operativa delle attività afferenti al Dipartimento;<br />
- la collaborazione con la Direzione aziendale per la valutazione epidemiologica e la conseguente<br />
programmazione degli interventi per prevenire i rischi e ridurre le situazioni di danno;<br />
- il coordinamento dei programmi sviluppati dal Dipartimento di Prevenzione con quelli realizzati<br />
dall'ARPAT, tramite opportuni protocolli d'intesa, e dall'Istituto zooprofilattico.<br />
La Giunta regionale, entro il primo anno di attuazione del presente <strong>Piano</strong>, in coerenza con gli<br />
indirizzi nazionali in materia, emana specifiche linee guida per l'organizzazione ed il funzionamento<br />
dei Dipartimenti di prevenzione.<br />
Le Aziende USL possono stipulare accordi per facilitare, su temi di interesse comune, interventi<br />
coordinati ed integrati tra i rispettivi Dipartimenti di Prevenzione.<br />
La Giunta <strong>Regionale</strong>, entro 120 giorni dall'esecutività del <strong>Piano</strong> sanitario regionale, impartirà<br />
specifiche direttive finalizzate ad individuare gli strumenti di verifica e gli indicatori di risultato<br />
relativi alle attività di prevenzione collettiva svolte dalle Aziende USL.<br />
3.2. Il Comitato tecnico regionale<br />
In attuazione a quanto disposto dall'art. 33, comma 13 della LR 72/98 è costituito il Comitato<br />
tecnico dei Dipartimenti di prevenzione delle Aziende USL presieduto dal Responsabile della<br />
struttura operativa competente del Centro Direzionale della Giunta regionale.<br />
Sono compiti del Comitato tecnico elaborare proposte per:<br />
- piani e programmi integrati interaziendali;<br />
- l'omogeneizzazione delle risposte e delle prestazioni, anche in riferimento alla determinazione<br />
delle tariffe;<br />
- l'organizzazione delle funzioni regionali;<br />
- la formulazione di indirizzi per la realizzazione di una rete informativa integrata;<br />
- la promozione di iniziative nei confronti di INAIL e ISPESL per l'acquisizione delle informazioni,<br />
utili per la prevenzione, di cui al comma 3, art. 7 del decreto legislativo 502/92;<br />
- la predisposizione di metodi e strumenti per il controllo di gestione e per la valutazione dei<br />
risultati.<br />
Fanno parte del Comitato tecnico i responsabili dei Dipartimenti di prevenzione.<br />
90