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Piano Sanitario Regionale 1999-2001 Toscana - Farmindustria

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PIANO<br />

SANITARIO<br />

REGIONALE<br />

TOSCANA<br />

PROMETEO – ATLANTE DELLA SANITÀ ITALIANA 2000<br />

home <br />

secondarie, con le sedi sociali di aggregazione giovanile. Gli interventi del settore adolescenziale<br />

devono essere mirati a:<br />

- informare sulle vecchie e nuove droghe in termini scientifici e in modo aggiornato alla comparsa<br />

di nuovi prodotti e ai cambiamenti nelle modalità di assunzione;<br />

- insegnare a fronteggiare situazioni difficili e ad assumere decisioni in contesti in cui vengono<br />

esercitate forti pressioni negative;<br />

- promuovere un miglioramento dei livelli di comunicazione tra gli adolescenti e i loro genitori,<br />

gli insegnanti e gli adulti in genere;<br />

- proporre alternative concrete, piacevoli ed accettabili per i giovani, rispetto all'uso di sostanze<br />

e a modalità di divertimento connesse a comportamenti a rischio;<br />

- individuare situazioni di disagio più o meno strutturate e di precoce uso/abuso di sostanze<br />

psicoattive;<br />

- intervenire sulle situazioni maggiormente problematiche con invio ai servizi specializzati;<br />

- l'intervento nell'area penale, volto a assicurare le forme di assistenza necessarie all'intervento<br />

degli istituti penitenziari in un rapporto di integrazione col servizio sanitario penitenziario e<br />

favorire l'utilizzo di misure alternative alla detenzione;<br />

- il sostegno a nuclei familiari di soggetti tossicodipendenti con minori;<br />

- la promozione di iniziative e progetti per l'inserimento lavorativo di soggetti tossicodipendenti<br />

a rischio di cronicità;<br />

- gli interventi per gruppi di popolazione a rischio, quali nomadi, extracomunitari, lavoratori dei<br />

cantieri dell'alta velocità;<br />

- l'adeguamento delle risposte cliniche per fronteggiare la diffusa grave psicopatologia della<br />

nuova utenza;<br />

- le iniziative di sensibilizzazione e di coinvolgimento dei medici di famiglia e di raccordo con il<br />

servizio specializzato Sert.<br />

4. Handicap<br />

1. Gli obiettivi<br />

Favorire l'autonomia e l'integrazione della persona con handicap nel contesto familiare e nei vari<br />

stadi della vita sociale.<br />

2. Le strategie di intervento<br />

- Presa in carico del soggetto in funzione della globalità ed unitarietà dell'intervento;<br />

- continuità del percorso assistenziale attraverso l'individuazione di specifica responsabilità<br />

degli operatori;<br />

- coordinamento tra i servizi socio-sanitari e gli altri servizi ai quali la persona con handicap<br />

intenda accedere, con lo scopo di garantire l'integrazione funzionale alla realizzazione del piano<br />

individuale di recupero e di inserimento;<br />

- adeguamento dell'organizzazione dei servizi, allo scopo di ottimizzare la realizzazione dei<br />

piani individuali, anche definendo standard assistenziali di prestazioni;<br />

- definizione di criteri di verifica e di valutazione del grado di raggiungimento dei risultati e<br />

della qualità degli interventi.<br />

3. L'organizzazione<br />

In ogni zona è costituito il Gruppo Operativo Interdisciplinare Funzionale (GOIF) ed in ogni<br />

distretto il Gruppo Operativo Multidisciplinare (GOM). L'Azienda USL nel proprio regolamento<br />

definisce il ruolo del GOIF, le modalità con le quali si realizza il rapporto tra il proprio responsabile<br />

ed il responsabile di zona, nonché il coordinamento tecnico operativo in ambito<br />

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