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Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

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monache bened<strong>et</strong>tine; ed anche della Santissima Trinità; di Santa Maria delle Grazie di domenicane, da’ quali<br />

sono uscite monache dir<strong>et</strong>trici d’altri monasterj in Salerno e Capua. La chiesa di San Felice ha <strong>il</strong> corpo di san<br />

Bacolo e d’altri santi.<br />

Vi sono le abbazie di San Pi<strong>et</strong>ro e del Salvadore; hanno le reliquie [265] d’un 92 osso del braccio di san<br />

F<strong>il</strong>ippo, una mano di san Bartolomeo, e dei denti di sant’Orsola; con antico arcivescovato.<br />

De’ suoi arcivescovi sono suffraganei quelli di Stabia, Vico Equense e Massa Lubrense, e tengono<br />

l’abbadia di Crapolla, che fu monistero di bas<strong>il</strong>iani, di San Pi<strong>et</strong>ro a Cermenna, di San Bened<strong>et</strong>to, poi chiamato<br />

San Pi<strong>et</strong>ro ad Mare Magnum, e del Salvadore o Casa Nuova. Si ritrovano tra essi annoverati un Giovanni, a cui<br />

scrisse san Gregorio per collocare le reliquie di sant’Agata, libro I, epistola 12°; Amando preso dall’oratorio di<br />

San Severino in Castel dell’Ovo, la di cui memoria in marmo è nella chiesa di San Felice e Bacolo; Stefano,<br />

fratello di sant’Attanasio vescovo di <strong>Napoli</strong>, al quale fuggì <strong>il</strong> santo, allora che Sergio <strong>il</strong> console e doce di <strong>Napoli</strong><br />

s’unì con saraceni; Jaquinto sepolto nella chiesa di San Renato con epitaffio acrostico, da cui si cava <strong>il</strong> suo<br />

nome; san Valerio, come si disse; sant’Attanasio e san Bacolo; Agapito, a tempo dell’assedio di Rodoaldo duce<br />

de’ [266] longobardi; Rosario; e questi furono vescovi sotto Innocenzo III pontefice. Si trova memoria degli<br />

arcivescovi nel 1208, benché sin dal 1071, apporta Leone Ostiense, nella consecrazione della chiesa cassinese<br />

s’annovera tra gli altri l’Arcivescovo di Sorrento, anzi sin dal 604, leggendosi nel Capitolo Constitutus de<br />

testibus <strong>et</strong> attestationibus: “Archiepiscopo, & RR. Canonico Surrentino”, benché lo stesso pontefice, scrivendo<br />

ad Agapito abbate, vescovo lo chiami; esser potrebbe che assieme con <strong>Napoli</strong> havesse havuto la dignità<br />

d’arcivescovato; e Barbato arcivescovo fu nell’anno 1110. Si trova Alferio; fra F<strong>il</strong>ippo Strozza domenicano;<br />

Ludovico d’Alessandro napolitano, sotto Carlo I; Roberto Brancia; Domizio Falangola, sepellito nella<br />

M<strong>et</strong>ropolitana; Nardo ed Aloisio Mottola fratelli, un doppo l’altro; Gisberto, che intervenne al Conc<strong>il</strong>io<br />

Lateranense sotto Giulio II e Leone X; <strong>il</strong> cardinal Remolines, viceré di <strong>Napoli</strong> per l’assenza di don Raimondo<br />

Cardona; Lelio Brancaccio, che rinnovò la chiesa, [267] er<strong>et</strong>tavi la porta, ove in marmo è la memoria; Giulio<br />

Pavese, che riedificò <strong>il</strong> palazzo rovinato e bruciato da’ turchi, come si legge d<strong>agli</strong> epitaffj del palazzo e<br />

dell’Annunziata; Giuseppe Donzello; Muzio Buon Giovanni romano; Carlo Baldino; Girolamo Provenzale,<br />

dotto nella teologia e medicina, napolitano; don Giovann’Antonio Angrisano napolitano, de’ cherici regolari;<br />

don Antonio del Pezzo salernitano; don Paolo Soardo; don <strong>Di</strong>ego P<strong>et</strong>ra; e don F<strong>il</strong>ippo d’Anastasio vivente.<br />

Non ha che cedere in nob<strong>il</strong>tà di famiglie a <strong>Napoli</strong>, Sorrento, anzi molte di esse sono a quei seggi<br />

aggregate, ed altre godono ne’ seggi d’ambe città. Sono i seggi di Sorrento due, divisa la nob<strong>il</strong>tà dal popolo da<br />

Carlo I d’Angiò, e sono Casa Nova e Porta, essendo ugual<strong>mente</strong> le famiglie dell’uno e dell’altro seggio nob<strong>il</strong>i.<br />

Nel seggio di Casa Nova sono le famiglie di Boccia; Capece, che gode in <strong>Napoli</strong>, della quale furono Corrado<br />

vescovo di Benevento, <strong>il</strong> terzo però, essendo <strong>il</strong> pri[268]mo Corrado ceppo della famiglia in <strong>Napoli</strong> che aderì<br />

<strong>agli</strong> re Svevi, <strong>il</strong> secondo venne in Sorrento e vi edificò la lamia di Santa Maria, di cui v’è la memoria; Carlina;<br />

Cortese, della quale fu Donato vescovo di Bovino e Leone vescovo dell’Acerra; Donnorsa, anche d<strong>et</strong>ta<br />

92 Editio princeps: nn.<br />

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