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Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

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Antonio Suarez Messia Marchio Vici.<br />

[202] Della strage del d<strong>et</strong>to incendio in d<strong>et</strong>to epitaffio accennato diffusa<strong>mente</strong> hanno scritto i padri<br />

Recupito e Mascolo gesuiti, l’abbate Braccini, <strong>il</strong> padre Gregorio 62 Carrafa, <strong>il</strong> Giuliani secr<strong>et</strong>ario allora della<br />

città, <strong>il</strong> Venturelli medico e molti altri, e ne diremo qualche cosa nella descrizione che seguirà del Vesuvio.<br />

Vanta la Torre haver ricevuto la santa fede dall’apostolo Pi<strong>et</strong>ro, allora che vi passò per andare a <strong>Napoli</strong>,<br />

e convertì Resina poi, dicendo i paesani, che nel porto d’Ercolano sbarcò in un luogo d<strong>et</strong>to Calastro, come<br />

habbiam d<strong>et</strong>to di sopra, un miglio lontano d<strong>alla</strong> Torre, e che qui celebrasse <strong>il</strong> sacrificio incruento e vi fusse<br />

edificata una antichissima chiesa, jus patronato poi della famiglia Rajola.<br />

Mantiene la fede cattolica in più chiese e conventi; parr<strong>occhi</strong>ale è quella di Santa Croce, con tre navi<br />

non dispreggiab<strong>il</strong>e, e degna di qualsivoglia città; vi sono cupole e cupol<strong>et</strong>te. Nella Cappella dell’Immacolata<br />

Concezione vi sono in statue di legno le reliquie de’ suoi santi pro[203]t<strong>et</strong>tori Fausto, Ireneo, Timoteo,<br />

Alessandro, Abbondio, Donato ed Eugenia.<br />

Le fe’ dono <strong>il</strong> principe di Butera Carrafa, ultima<strong>mente</strong> morto, d’un pezz<strong>et</strong>to del legno della Santa Croce<br />

con una autentica. Ha due confraternità, una della Speranza, l’altra del Santissimo Sacramento. Vi è un bel<br />

campan<strong>il</strong>e, ben principiato ma non finito. L’antico ospedale de’ pellegrini, d<strong>et</strong>to Santa Maria, è monistero ora di<br />

teresiane. Vi è l’oratorio dell’Assunta con congregazione fondata dal padre Pavone gesuita, ove sono le reliquie<br />

de’ santi Calando, Celestina, martire Donato, martire Pio, martire Magno, Lucido, ed un osso del braccio di<br />

santa Candida. La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli de’ Marinari, con una effigie della Vergine ritolta a’<br />

turchi da un corsaro della Torre. Vi sono: un convento de’ padri francescani entrando da <strong>Napoli</strong> <strong>alla</strong> Torre;<br />

quello del Carmine, già abbandonato per l’eruzione sud<strong>et</strong>ta e concesso al seminario, di nuovo comprato da’<br />

padri che vi abitano, ove sono le reliquie del velo, cinto e lenzuolo di Santa [204 63 ] Maria Maddalena de’ Pazzi,<br />

de’ santi martiri Aurelio, Valentino, Valenziano, Giuliano e Vittoria.<br />

In un luogo 64 eminente è altresì di francescani la chiesa della Santissima Annunziata, ristorata d<strong>agli</strong><br />

incendii; conserva la chiesa un de’ denari con quali fu venduto <strong>il</strong> Signore; la picciola chiesa del Rosario,<br />

essendo la grande ruinata dall’incendio. Nel distr<strong>et</strong>to della Torre, oltre li d<strong>et</strong>ti Ospedale, e San Gennaro de’<br />

scalzi, e San Pi<strong>et</strong>ro a Calastro, vi è la picciola cappella di Santa Maria del Principio, miracolosa, con<br />

l’immagine d’un Crocefisso che, quivi portato per concedere la pioggia a’ pugliesi, concessa la grazia, non<br />

volle più partire, facendosi gravissimo.<br />

Verso la Torre dell’Annunziata v’è una picciola chiesa di Santa Maria del Pianto, edificata sopra un<br />

pozzo che servì di sepoltura nel passato contagio.<br />

Alla marina, verso la d<strong>et</strong>ta Torre, poco distante dell’abitato, vi è la chiesa di San Giuseppe. Un miglio<br />

sotto l’epitaffio è la picciola chiesa di San Vito; più avanti un altro miglio Santa [205] Maria della Bruna, d<strong>et</strong>ta<br />

62<br />

Editio princeps: Gtegorio.<br />

63<br />

Tra la pagina 204 e la successiva è inserita la tavola [XXI].<br />

64<br />

Editio princeps: lungo.<br />

81

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