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Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

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Avanti di Baja si vedono nel ma[33 11 ]re alcuni p<strong>il</strong>oni, che si stimano quelli che faceano <strong>il</strong> Ponte di<br />

Caligola, da esso fatti, come dirassi, per congiungersi col molo antico con le barche. Baje, si diceva in latino nel<br />

numero plurale, ed oggi Baja si dice nel singolare.<br />

Della sua religione cristiana sotto Giulio Primo pontefice, ne parla <strong>il</strong> Conc<strong>il</strong>io Cartaginese, ove si<br />

nomina Giulio vescovo di Baja, ma si è corr<strong>et</strong>to bizacinese.<br />

Passato Baja vi è un monte cavato, dicono alcuni prima da Ercole per passare all’Averno, altri da<br />

Coccejo, che lo perforò come quello di Pos<strong>il</strong>ipo e della Grotta, ed accomodato <strong>il</strong> passaggio da don Pi<strong>et</strong>ro<br />

d’Aragona viceré. Il monte in tanti passi cavato ha fatto credere che vi albergassero i popoli cimerii, che erano<br />

nemici della luce, e che attendessero a cavar le miniere, e da Cuma, che anche Cima fu d<strong>et</strong>ta, cimerii fussero<br />

chiamati, ma sono sogni po<strong>et</strong>ici. Si passa dunque, per una volta lunga per dritto, da Baja all’altra parte d<strong>et</strong>ta i<br />

Laghitelli, che sono parte del Lago Lucrino sepellito ne’ [34] Monti della Cenere. Entrandovi dentro, per prima<br />

vi sono molte stanze con le finestre e prosp<strong>et</strong>to a mare verso Pozzuoli, con l<strong>et</strong>ti di pi<strong>et</strong>ra, e sono divisi per<br />

l’infermi, religiosi, secolari e donne. Il monte poi a man sinistra, entrandosi da Baja, ha sei cuniculi o strade di<br />

7 o 8 palmi d’altezza, e di larghezza da quattro o cinque. Questo è <strong>il</strong> famoso Sudatorio 12 di Tritoli, che da<br />

frittola, dal fregarsi per cavarsi <strong>il</strong> sudore, stimano habbia havuto <strong>il</strong> nome. Entrandosi in esso, d<strong>alla</strong> m<strong>et</strong>à in su è<br />

caldissimo, onde destando <strong>il</strong> sudore lo cava in copia; d<strong>alla</strong> m<strong>et</strong>à a basso è fresco; quanto più si va dentro tanto<br />

più s’avanza <strong>il</strong> calore, che viene cagionato da un’acqua caldissima e bollente che scaturisce nel fine, e dicono<br />

venire dal Bagno di Cicerone per secr<strong>et</strong>i meati. Passato un luogo, che si dice <strong>il</strong> Cavallo, si ritrova al fin della<br />

grotta, in un’altra grotta, una fossa profonda e larga, ed un’altra grotta verso mezzo giorno, ove entrandosi con<br />

le torcie queste per lo gran calore si liquefanno, e bisogna entrarvi con vento favore[35]vole, andandosi a<br />

pericolo di restar dal gran caldo soffocato. Si vede qui una fiamma che va in alto, e chi è pertinace ad andar<br />

oltre vi può restare morto. Vi è un’altra grotta distinta per sudatorio delle femine. In questo luogo la Casa Santa<br />

dell’Annunziata di <strong>Napoli</strong> ogni anno sul principio dell’estade apre un ospedale per curarvi coloro che ne hanno<br />

di bisogno, trasportandoli con barche a sue spese da Pozzuoli, ove sono i l<strong>et</strong>ti ed <strong>il</strong> governo, e quivi prendono<br />

sudatorj o bagni, o altrove l’arena, come ne hanno da’ medici l’istruzioni, con ogni carità serviti e con gran<br />

dispendio della Casa in più ministri. Fa la sua missione per li religiosi altresì la congregazione dell’Oratorio di<br />

san F<strong>il</strong>ippo Neri, anche numerosa; oltre quelli che vanno a loro spese per prendervi rimedj; pochi sono però<br />

quelli che ne conoscono giovamento, stimo per la libertà e spropositi che vi fanno in bere e mangiar frutti, de’<br />

quali abbonda <strong>il</strong> paese, benché miracoli ne scrivano i medici, fra’ quali Galeno.<br />

Sotto <strong>il</strong> d<strong>et</strong>to sudatorio vi è un [36] gran luogo a volta con sed<strong>il</strong>i attorno, con varie acque di bagni, che<br />

ora e per lo più è pieno della brusca che serve a spalmare le galere. Qui dicono fussero tante statue di stucco che<br />

dimostravano con l’attitudini a che giovasse quel bagno ov’erano poste verbigrazia toccandosi la testa, <strong>il</strong> piede,<br />

la gamba, <strong>il</strong> fianco o altro che là pativa, con iscrizione; ed ancora ve ne sono frammenti. Si racconta che<br />

11<br />

Tra la pagina 33 e la precedente sono inserite la tavola [VI] e la tavola [VII].<br />

12<br />

Editio princeps: Sndatorio.<br />

18

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