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Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

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sangue; serve al fegato, reni, vessica, stomaco, iterizia, idropisia, polluzioni notturne, scabbia, gonorrea,<br />

podagra, par<strong>il</strong>isia, reuma, strumi, ulcere imputridite, articoli, flati e m<strong>il</strong>za.<br />

Il decimo nella Cala d’Umbrasco verso <strong>il</strong> Monte Epomeo, nel margine d’un picciol rivo, è <strong>il</strong> Bagno<br />

dell’Oro, degno di osservazione poiché scavando la terra, e lasciando che <strong>il</strong> fonte s’empia d’acqua e riposi,<br />

mostra nella superficie un foglio d’oro quasi impalpab<strong>il</strong>e che si può togliere con un foglio di carta, e toccandolo<br />

con la mano resta indorata; ed allora maggior<strong>mente</strong> si vede quando l’acque vengono battute dai raggi solari; e<br />

v<strong>agli</strong>ono le d<strong>et</strong>te acque a tutte le virtù che tiene l’oro di rallegrare, confortare e vivificare.<br />

[146] L’undecimo, tre passi più oltre, è quello dell’Argento, con acque r<strong>il</strong>ucenti e dolci, e come quelle<br />

dell’Oro fanno un velo d’argento, onde ha l’istesse virtù che l’argento, da cui derivano.<br />

Il duodecimo si dice della Cala d’Umbrasco precipitando l’acqua da una balza, calda, lucida e dolce; la<br />

mistura di rame ed alume scioglie i nervi, i dolori del capo e degli articoli.<br />

Il decimoterzo è della Colata, ritornando al Bagno del Cotto e salendo per dove discende un rivol<strong>et</strong>to<br />

d’acqua calda. Sono l’acque che sgorgano così calde che le femine con aggiungervi la cenere ne fanno la<br />

bucata, servendosene per liscivia, o ranno; vi si cuocono l’ova, spelano i polli ed i porcelli; dimostrano un non<br />

so che di rame, sicché sono giovevoli a’ morbi degli <strong>occhi</strong>, orecchie e testa, discacciando la migrania e pituita;<br />

sono rimedj a’ paralitici, ep<strong>il</strong>eptici ed asmatici, togliono le superfluità frigide <strong>alla</strong> memoria, le donne<br />

mangiando <strong>il</strong> pane inzuppato nell’acqua fanno copia di latte, e se [147] ne può servire tutta l’està, anche<br />

regnando la canicola.<br />

Il decimoquarto di Sinigallia in una valle così d<strong>et</strong>ta, dove comincia <strong>il</strong> Monte Epomeo, per dove scorre<br />

un rivo d’acqua dolce d<strong>et</strong>ta la Pera; tra le rovine d’un antico edificio esce d<strong>et</strong>t’acqua del bagno, tepida e lattea,<br />

vi è mistura d’alume con terra arg<strong>il</strong>losa come calce o gesso; conferisce <strong>agli</strong> adulti e fanciulli come l’acque di<br />

Gurgitelli e di Fontana, giova <strong>alla</strong> contrazione de’ nervi, d’articoli e morbi pituitosi, ed a tutte le infermità del<br />

busto o piedi, servendosi del loto per la contrazione, per bere, per bagno e per goccia.<br />

Il decimoquinto è <strong>il</strong> Bagnitello tra Casa Nizzola e Lacco; è picciolo ma giova molto particolar<strong>mente</strong> <strong>alla</strong><br />

sordità, del che fanno esperienza i cr<strong>et</strong>ari, che per le fornaci ne sogliono patire.<br />

Il decimosesto, vicino al d<strong>et</strong>to, è la Fonte della R<strong>et</strong>e, della quale si servono quei di Casa Nizzola e Lacco<br />

per bere, rinfrescandosi, perché dolce e chiara l’acqua. È medicamento alle reni, viscere e vessica,<br />

convul[148]zione, rogna e m<strong>il</strong>za, uguale all’acque di Nitroli; fa cuocere presto i legumi.<br />

Il decimos<strong>et</strong>timo è <strong>il</strong> Bagno di Mezavia, o de’ Legni, vicino al d<strong>et</strong>to; è di miniera di solfo, magra e sale;<br />

toglie le lentigini, imp<strong>et</strong>igini, dolor di testa e di stomaco; giova alle donne gravide, lagrime d’<strong>occhi</strong>, fistole<br />

lagrimali, <strong>alla</strong> vista ed al vomito, ed è di qualità temperata in secondo grado.<br />

Il decim’ottavo è tra <strong>il</strong> Bagno della Spelonca e quello dell’Arena, vicino la chiesa della Santissima<br />

Annunziata del Lacco, vicino allo Scoglio della Triglia, d<strong>et</strong>to Capitello. Ha l’acque salze e solfuree, ma chiare.<br />

Sana la rogna, la psora, imp<strong>et</strong>igini, foruncole, ed affezioni cutanee.<br />

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