31.05.2013 Views

Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

chi voglia sostenerlo con l’autorità di classici scrittori; però d’Annio Viterbiense vogliono che sia l’invezione 67 ,<br />

attribuendola a Beroso, per darli autorità. Non vi era sul piano prima concavità; <strong>Di</strong>one, come si porta da<br />

Sif<strong>il</strong>ino, dice che dal mezo uscì <strong>il</strong> fuoco, allora che eruttò a tempo di Tito imperatore, lasciando la cima intatta,<br />

havendo nel fianco una caverna a guisa d’amfiteatro; nel 523 a tempo di Giustiniano divenne una profonda<br />

voragine, come s’ha da Procopio, libro 7° De bello Gotico, ma anche nel fianco dicendo “in medium antrum”.<br />

Doppo fu diviso in due cime, come oggi si vede, consumando la parte superiore, e mandandola in aria dissipata<br />

in pezzi; a’ tempi nostri, ov’era la cima, si vide una gran concavità a guisa d’un gran amfiteatro di circuito da<br />

due miglia; ora con quello che ha cavato dalle sue stesse viscere ha fatto in d<strong>et</strong>ta voragine un altro monte,<br />

co[214]me si è d<strong>et</strong>to, ugu<strong>agli</strong>ando con questo l’altra cima, e questo anche ultima<strong>mente</strong> aperto dalle eruzioni<br />

ultime ritrovasi squarciato, tramandando per le rotture fuoco e fumo. Dal che si conosce che ogni volta che arde<br />

faccia stravaganze.<br />

La materia de’ suoi incendj è diversa, e secondo prevale più una che l’altra; fa varie l’eruzioni;<br />

conciosiaché, essendo la materia che si accende bituminosa con zolfo, alume, vitriolo, antimonio, marchesita,<br />

arsenico, p<strong>et</strong>rolio, nitro ed altro, quindi avviene che le pi<strong>et</strong>re che lancia, e le ceneri, e l’arene, ed i fiumi sono di<br />

materie diverse, mischiati di varj colori, varj odori e varie qualità; che vi siano miniere di ferro, rame, stagno,<br />

piombo, oro, argento e tutti i minerali non vi è dubio, così vedendosi nelle pi<strong>et</strong>re che ne dimostrano particelle,<br />

come anche ne hanno fatto esperienza i chimici con poner la materia a cimento; sino a’ rubini e frammenti di<br />

pi<strong>et</strong>re preziose si sono osservati caderci con le sue ceneri, segno evidente che nelle sue viscere di tutte queste<br />

cose vi siano le miniere.<br />

[215] Ciò che nudrisca la fiamma dicono alcuni f<strong>il</strong>osofando essere <strong>il</strong> mare, che nella sua concavità, con<br />

venti imp<strong>et</strong>uosi somministrandoli l’acque, unite queste con minerali, fermentandosi, accendono la materia<br />

coadunata, che ribollendo in quei concavi e non potendo star rinserrata, scoppia con rovine ed esala d<strong>alla</strong> bocca<br />

con fumi, ceneri e pi<strong>et</strong>re, e queste ultime, ricadendo nel centro e trovando resistenza, fanno quegli strepitosi<br />

rimbombi a guisa d’artiglierie, che fanno tremar la terra e spaventare tutti i convicini. Che dal mare habbia la<br />

materia che vomita, e che ci habbia corrispondenza 68 s’è esperimentato così nell’incendio del 1631, in cui prima<br />

del vomito assorbissi l’acque del mare sino a restare in secco le galere e le navi del porto per poco tempo, e<br />

nell’ultima eruzione del 1698, in cui si vide ritirarsi per dodici passi <strong>il</strong> mare in dientro, e poi uscì d<strong>alla</strong> sua<br />

bocca un fiume bituminoso e denso di più materie, e nel lido intorno al d<strong>et</strong>to monte si osservarono diversi<br />

echini, o ricci marini, cappe, chiocciole ed altri frutti di mare [216] combusti e puzzolenti di zolfo. Lo stesso si<br />

racconta avvenuto in Pozzuoli nel farsi <strong>il</strong> Monte della Cenere, d’essersi esiccato e r<strong>et</strong>rocesso <strong>il</strong> mare, e poi<br />

ributtati pesci puzzolenti al lido, come narrano gli scrittori di quel successo. Che vi sia quantità di p<strong>et</strong>rolio è<br />

così certo, che i pescatori di Resina e della Torre, quando <strong>il</strong> mare è tranqu<strong>il</strong>lo, con la spogna lo raccogliono a<br />

fior d’acqua, valendo per dolori frigidi ed altre infermità, e chi vi naviga ne sente sensib<strong>il</strong><strong>mente</strong> l’odore.<br />

67 Editio princeps: iuvenzione.<br />

68 Editio princeps: corrispoodenza.<br />

85

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!