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Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

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tutte di quercie, ab<strong>et</strong>i, castagni, aldani, <strong>et</strong> altri alberi selvatici, largo nella bocca 6 m<strong>il</strong>a passi, che si va<br />

restringendo a guisa d’amfiteatro nel piano in m<strong>il</strong>le. Vi sono in esso piano tre laghi, uno de’ quali più grande è<br />

d<strong>et</strong>to l’Imperatrice, ove non solo quantità d’augelli, e d’acqua, e de’ boschi, come colombi, merli, tordi, anitre,<br />

folighe, e tutte le forti volat<strong>il</strong>i, ma anche caprii, cervi, istrici, daini, cinghiali, e tutte le selvaticine rendeano <strong>il</strong><br />

luogo degna<strong>mente</strong> destinato per le caccie regali. Un torrente chiarissimo vi scorre, e vi sono bagni d’acque<br />

calde, benché ora o secchi, o seppelliti tra’ rov<strong>et</strong>i, de’ quali dirassi. Vi è una torre fabricata già per guardia della<br />

caccia, che era solo riservata a’ prencipi e signori. Bellissimi sp<strong>et</strong>tacoli vi hanno dato i regi di questo Regno a’<br />

forastieri con le caccie, e vi hanno preso d<strong>il</strong><strong>et</strong>to con i paesani; fra gli altri si narra d’Alfonso, allora che ricevé<br />

Eleonora moglie di Federico III imperatore, che [79] venne da Spagna per passare al marito, intervenendovi<br />

tutta la nob<strong>il</strong>tà di Germania e di Spagna che corteggiava quella signora; fisse <strong>il</strong> re i padiglioni <strong>alla</strong> pianura<br />

d’Agnano con apparati regali e fonti di vino di diverse sorti, e si fece una caccia famosa di moltissimi animali, e<br />

vi banch<strong>et</strong>tarono 30 m<strong>il</strong>a persone. Vi fece caccie anche sontuose Alfonso II, e Ferdinando, facendone <strong>il</strong> popolo<br />

sp<strong>et</strong>tatore. L’ultimo a’ nostri giorni che vi sia andato sontuosa<strong>mente</strong> a caccia è stato <strong>il</strong> cardinal d’Aragona, a cui<br />

si fece negli Astruni istessi un palazzo con sale, camere ed officine, tutte di mirti, con sontuosi apparati,<br />

intervenendovi tutta la nob<strong>il</strong>tà di <strong>Napoli</strong>. Da questo luogo così voto dicono siasi presa la forma di fare gli<br />

amfiteatri, ed alcuni dicono sia stato fatto in questa forma per violenza di fuoco naturale, e vera<strong>mente</strong> più<br />

delizioso e più bello non si può desiderare, se l’incuria o <strong>il</strong> desiderio di trarne maggior lucro non l’avesse<br />

mandato a male, avvegnaché, concedendosi licenza di poterne troncare gli alberi e di coltivare i [80 23 ] terreni,<br />

ne ha affatto sbandito la caccia e di belve e di uccelli, anzi oggi venduto d<strong>alla</strong> Corte a’ particolari non gli è<br />

restato che <strong>il</strong> nudo nome di caccia riservata degli Astruni.<br />

23 Tra la pagina 80 e la successiva è inserita la tavola [XI].<br />

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