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Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

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In alcune scritture si fa menzione del titolo di conte di Pozzuoli. Il suo territorio è fert<strong>il</strong>issimo, e vi<br />

nascono più presto d’altrove i frutti; havendo verso <strong>Napoli</strong>, passato <strong>il</strong> convento di domenicani, luoghi d’erbaggi<br />

ed ort<strong>il</strong>izi, ed havendo le sue cime, o broccoli, tolto <strong>il</strong> pregio da quelli di Cuma.<br />

Ha cospicua nob<strong>il</strong>tà segregata in Seggio, presso del quale, discosto da 24 passi, in un muro si vedono 4<br />

tavole scritte di caratteri arabici o orientali, chi sin ora non si sono potuti interpr<strong>et</strong>are, forse de’ saracini. [64] I<br />

suoi nob<strong>il</strong>i sono: i Costanzi, Bonomi, Boffi, Cioffi, Aqu<strong>il</strong>aj, Capomazzi, Fraiapani, Pesci, Arcani, Birrelli,<br />

Composti ed altri. Ha prodotto molti huomini celebri in l<strong>et</strong>tere ed in armi, non dovendosi tralasciare Maria<br />

Pozzolana, che, novella amazzone, dimostrossi nelle guerre tanto intrepida e coraggiosa, che meritò gli encomj<br />

di molti scrittori, fra’ quali del P<strong>et</strong>rarca, sapendo in mezzo degli eserciti dimostrare rosbustezza, sofferenza,<br />

costanza e destrezza, restando nelle campali e nelle singulari batt<strong>agli</strong>e sempre vincitrice; ma quel ch’è più da<br />

lodarsi haver conservata la sua pudicizia in mezo l’intemperanza de’ soldati.<br />

Che havesse fatto per impresa l’Ebone, come <strong>Napoli</strong> e Cuma, lo dimostra un’antica med<strong>agli</strong>a con<br />

iscrizione greca, che dice ΠΟΥΤEΟΛΙΤΩΝ, per dimostrare la discendenza con quelle città da Teseo. Che<br />

acc<strong>et</strong>tasse la cristiana religione da san Paolo, allora che qua venne da Riggio fra le catene e tre giorni vi<br />

predicò, si ha d<strong>agli</strong> Atti degl’Apostoli al capitolo 88°, gloriosa più per haver ascoltato un Paolo predi[65]cante,<br />

che per esser stata abitazione di tanti cesari. Nella sua Cattedrale, che come si disse fu già Tempio di Giove o<br />

d’Augusto, riposano oltre <strong>il</strong> corpo di san Procolo, suo cittadino e prot<strong>et</strong>tore, quelli di: san Celso, discepolo di<br />

Pi<strong>et</strong>ro, come si ha per tradizione; di santa Nicea madre del d<strong>et</strong>to san Procolo; di san Patroba, uno de’ 72<br />

discepoli del Signore, suo primo vescovo; e da questo sino al presente sono stati 70 vescovi, benché fusse stata<br />

da 300 anni senza vescovo. Si ritrovano tra’ d<strong>et</strong>ti suoi vescovi: Onesimo, Quinto, o così nominato per esser <strong>il</strong><br />

quinto in ordine; da un certo Pi<strong>et</strong>ro si scrive la vita di sant’Artema, dedicata a Stefano vescovo di Pozzuoli, la di<br />

cui vita si scorge in l<strong>et</strong>tere longobarde, in cui si trova che fusse nob<strong>il</strong>e di Pozzuoli <strong>il</strong> d<strong>et</strong>to Artema, da’ fanciulli<br />

suoi condiscepoli con graffi di ferro, per ordine del Preside, perché l’insegnava i misteri della cattolica fede,<br />

ucciso, rim<strong>et</strong>tendone però l’approvazione <strong>alla</strong> Santa Sede Apostolica.<br />

Degli altri vescovi si trovano le memorie o negli scritti o ne’ [66] marmi: di Giuliano; san Teodoro,<br />

benché 20 anche stimato vescovo di Mi<strong>seno</strong>; Stefano; Claudio Aucupio; Matteo; Angelo; Giovanni; Britone;<br />

Nicolò Scondito; un altro notato con la l<strong>et</strong>tera G.; Lorenzo; Luigi di Costanzo; Antonio Iaconia; Simone de<br />

Virreacoli; Giovanni Matteo Castaldo; Lionardo Vairo; Girolamo Bernardo de Quiros cisterciense; fra Lorenzo<br />

Mongioi de’ minori; fra Martino de Leon e Cardinas agostiniano; fra Giovan Battista di Campagna de’ padri<br />

minori; don Bened<strong>et</strong>to Sanchez d’Herrera; don Carlo di Palma de’ chierici regolari; don <strong>Di</strong>ego Ibanes de la<br />

Madriz e Bustamante; <strong>il</strong> padre Domenico Maria Marchese de’ padri predicatori, altresì di buonissimi costumi<br />

ed istancab<strong>il</strong>e nello scrivere, come si vede dall’opere sue <strong>Di</strong>arj de’ santi domenicani, ed altre; fra Giuseppe<br />

Sanz de V<strong>il</strong>laragut; don Carlo Cuzzolini; fra Giuseppe de Falces de’ padri minori, oggi vivente.<br />

Nella sala del Vescovato, d<strong>et</strong>ta la Canonica, vi sono l’effigie de’ suoi vescovi da san Paolo.<br />

20 Editio princeps: beuche.<br />

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