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Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

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TAVOLA [XX]: “Veduta della Torre del Greco. All’<strong>il</strong>lustrissimo signor fra don Michele Ceva Grimaldi, recevitore della <strong>il</strong>lustrissima<br />

religione di Malta”.<br />

Della Torre del Greco, ed antica Eraclea, o Erculano.<br />

§ XII. Siamo <strong>alla</strong> Torre del Greco, e di già su le solite controversie, volendo molti che questa fusse<br />

l’antica Eraclea fondata da Ercole ritornando dalle Spagne, o pur Erculano, o [193] Erculea, come disse Ovidio<br />

per necessità di m<strong>et</strong>ro, e dice Marziano Cappella, nel libro 6°, haver dato <strong>il</strong> nome anche a Pompei, o<br />

Pempejano, d<strong>alla</strong> pompa de’ bovi che conducea, onde ed Ercolano e Pompei dicono da Ercole nello stesso<br />

tempo fondate; anzi Solino le confonde, chiamando Ercolano, Pompei, ma delle due distinte fanno menzione<br />

Columella, Vellejo Patercolo e molti altri scrittori. Or dove fussero situate le d<strong>et</strong>te città sono le vari<strong>et</strong>à de’<br />

pareri, come sono di Taurasia, Cora o Thora, e Stabia, come diremo appresso.<br />

Cominciando da Ercolano, che questa fosse là dove è la Torre dell’Annunziata scrissero <strong>il</strong> Biondo e ’l<br />

Razzano, dicendo haver errato chi la disse dov’è oggi Ottajano, o Torre d’Ottavio; però anche eglino<br />

s’ingannarono, forse perché fondati su l’autorità di Solino, che chiama Pompei, Ercolano.<br />

Ambrogio Lione, fondato su l’autorità di <strong>Di</strong>onisio Alicarnasseo, disse che fusse dove è oggi la Torre del<br />

Greco, dicendo che Ercole, venuto in Italia a questi lidi, havendo sacri[194]ficato <strong>agli</strong> dei, e della decima parte<br />

della preda conquistata nelle guerre si havesse fabricato un castello fra <strong>Napoli</strong> e Pompei; l’opinione del Lione<br />

sieguono l’Alberti, Capaccio e tutti i moderni, tanto più che l’antichità degli edificj che vi sono, e vi si vanno<br />

ritrovando epitaffj antichi, e marmi scavati, danno a divedere che qui e non altrove fusse Ercolano, portando <strong>il</strong><br />

Capaccio tutti i marmi dissepolti sin ora. Nuova opinione si vede uscire in campo, che fusse Ercolano su la<br />

sommità del Monte Vesuvio, dove s’aprì la voragine, argomentandolo <strong>il</strong> Celano da alcuni vestigj d’antico<br />

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