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Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

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§ IX. <strong>Di</strong> questa isola habbiamo d<strong>et</strong>to qualche cosa nella prima parte parlando di Pos<strong>il</strong>ipo, ora per darne<br />

con l’isole qualche distinto ragu<strong>agli</strong>o diremo come ella è situata di<strong>et</strong>ro la punta di Pos<strong>il</strong>ipo verso Pozzuoli, e<br />

proprio dirimp<strong>et</strong>to al promontorio d<strong>et</strong>to Coroglio. Vogliono alcuni che fusse anche unita al continente, e che vi<br />

fusse la grotta cavata da Lucullo, che poi caduta restò isola; altri che per mezzo d’un ponte si congiungesse con<br />

terra ferma.<br />

Però sin dal tempo di Cicerone isola è da lui chiamata, tanto più che lo stesso nome antico di Nisis, o<br />

Nesis dal greco, altro che isola non importa; e dice lo stesso Tullio, che fusse in potere di Lucullo, onde la<br />

grotta che questo vi fece e poi cadde; stimo che fusse presso l’altra isol<strong>et</strong>ta d<strong>et</strong>ta Euplea, ora Gajola cioè<br />

Caveola, o per esser a forma di gab[166]ia, o per le cave che vi erano. Fa menzione d’Euplea come diporto<br />

Stazio, dicendo: “Inde Vagis omen fœlix Euplea carinis”.<br />

Finsero ancora Lucano ed <strong>il</strong> d<strong>et</strong>to Papinio Stazio che eruttasse aneliti pestiferi esalati da Tifone, lo<br />

stesso Gigante sepellito sotto l’Isola Enaria; e che buttasse fuoco e fumo, essendo parte di Pos<strong>il</strong>ipo, dice lo<br />

stesso Stazio; segni di luoghi che buttassero fuoco qui non si vedono tra i colli che egli dice, né acque calde; di<br />

aere cattivo per alcune selve che 52 vi erano, o più tosto per l’acque morte che ha dirimp<strong>et</strong>to de’ Bagnuoli e di<br />

Campegna, potrebbe essere che fusse stata; ad ogni modo d’aria benigna par che oggi sia, o perché si<br />

t<strong>agli</strong>assero le d<strong>et</strong>te selve, o perché ben coltivata. Ninfa favolosa<strong>mente</strong> la chiamano <strong>il</strong> Pontano e Sannazzaro, di<br />

cui fusse innamorato Pos<strong>il</strong>ipo.<br />

D’un miglio e mezo è <strong>il</strong> suo circuito, con due porti: uno d<strong>alla</strong> parte di terra verso Campegna, l’altro<br />

verso mezo giorno d<strong>et</strong>to Porto Pavo[167]ne, perché a guisa della coda d’un pavone. Nel primo possono<br />

ricoverarsi galere e vascelli, ma pochi; nell’altro solo piccioli legni. Nel porto verso terra vi sono poche<br />

abitazioni con una chies<strong>et</strong>ta, forno ed osteria. Si sale all’isola per una porta, ove si legono in marmo questi<br />

versi:<br />

Navita siste ratem, temonem hic, velaq. sige.<br />

M<strong>et</strong>a laborum hæc est, l<strong>et</strong>a quies animo.<br />

Nella sommità v’è un castello che riguarda attorno <strong>il</strong> mare con qualche pezz<strong>et</strong>to d’artiglieria. Potrebbe<br />

essere che Niseo fusse d<strong>et</strong>ta da’ greci, giacché vicina a Megara, anche di nome greco. Fu già nob<strong>il</strong>e abitazione<br />

de’ duchi d’Amalfi, indi passò per compra ad Alfonso Piccolomini, che vi celebrò solenni conviti con spese <strong>alla</strong><br />

regale; da Piccolomini passò al Principe di Sc<strong>il</strong>la, e da questi <strong>alla</strong> città di <strong>Napoli</strong>, poi al Principe di Conca, e di<br />

nuovo <strong>alla</strong> città. Vi è memoria che fusse assignata da Costantino <strong>il</strong> Grande <strong>alla</strong> chiesa di Santa Restituta, e da’<br />

vescovi conceduta [168] in censo, o con altro titolo, a molti secolari, per fine venduta a diversi; d<strong>alla</strong> famiglia<br />

Astuto è passata per dote <strong>alla</strong> P<strong>et</strong>rone, che la possiede. Fu la d<strong>et</strong>ta isola celebre per gli asparagi, come dicono<br />

52 Nell’editio princeps <strong>il</strong> “che” si rip<strong>et</strong>e erronea<strong>mente</strong> due volte.<br />

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